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Crisi di governo, le reazioni del territorio

Olgiati (M5S) fa il mea culpa per non avere reagito prima alla Lega - Borghetti (Pd) si augura un dibattito rispettoso - Giudici (Lega) difende la linea del suo leader - Avviate le consultazioni

Le dimissioni del premier Giuseppe Conte e il suo lungo discorso in Senato hanno segnato la giornata politica del 20 agosto. Il governo gialloverde guidato da Conte è al capolinea. E la palla è passata nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dal Quirinale le vie preferite sono due: governo forte o voto subito. Per capire quale margine di manovra esista, il presidente ha già stilato un fitto calendario di consultazioni tra il 21 e il 22 agosto. Nell'ordine Mattarella si confronterà con il suo predecessore Giorgio Napolitano (telefonicamente) e poi con i presidenti di Camera e Senato e i vari gruppi parlamentari.

Per capire al meglio la crisi, LegnanoNews ha interpellato alcune delle figure di spicco della politica locale, appartenenti alle tre maggiori forze in campo: Movimento 5 Stelle, Lega e Partito Democratico.

[pubblicita] MOVIMENTO 5 STELLE – Fa il mea culpa « per non aver reagito prima, personalmente e come M5S, alla pochezza (e spesso anche alla bassezza) della politica leghista» e ringrazia Conte per il suo discorso in Senato il premier dimissionario, l'onorevole legnanese Riccardo Olgiati.

Il parlamentare pentastellato ripone piena fiducia anche nel presidente Mattarella: «Dalle consultazioni il Presidente valuterà se ci sono convergenze programmatiche di lungo termine per arrivare a scadenza naturale della legislatura o se è meglio andare a votare. Qualsiasi previsione è ora prematura – commenta Olgiati – La politica però è anche fatta di numeri ed è evidente a tutti che l’unica possibilità di una nuova maggioranza a sostegno di un nuovo Governo è quella formata da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico (più altri partiti come LEU ed altri per numeri più consistenti).  Se mai si dovesse riaprire questa possibilità sarà però il segretario del Pd il nostro interlocutore. Ma ci tengo anche a dire che non dovrà essere e non sarà un Governo fatto ad ogni costo solo perché altrimenti rischiamo che alle elezioni il centrodestra faccia il pieno di voti».

«Queste due settimane – conclude il deputato –  hanno evidenziato quanto la politica degli slogan si squagli in pochissimo quando si è messi di fronte alle responsabilità. E gli italiani, che stupidi non sono, se ne sono accorti benissimo e se anche si dovesse tornare alle urne lo ricorderanno molto bene a Salvini&co»

PARTITO DEMOCRATICO – Non siede tra i banchi romani, ma è il vicepresidente del consiglio regionale lombardo. Carlo Borghetti, esponente rhodense del Partito Democratico, riconosce al premier Conte di aver fatto un buon discorso, «sia nella parte di critica senza sconti a Salvini, sia nella parte propositiva», ma (e non manca il ma), Borghetti si chiede come mai l'ormai ex primo ministro «denunci solo ora la totale inadeguatezza del suo ex vice a un ruolo istituzionale così importante» e lamenta l'assenza di un'autocritica da parte dell'ex presidente del consiglio.

«La prima cosa che auspico ora è che si ristabilisca un dibattito politico rispettoso di tutti e adeguato, dopo il degrado istituzionale rappresentato in questi mesi dall’ex Ministro dell’Interno, e per superare la politica dei “vaffa” – conclude Borghetti -. Se poi dalle consultazioni al Quirinale uscirà una maggioranza parlamentare in grado di fare il bene dell’Italia, tanto meglio: per creare uno sviluppo rispettoso dell’ambiente, per dare lavoro innanzitutto ai giovani, per combattere le disuguaglianze e creare una coesione sociale senza la quale non c’è futuro per il nostro Paese. Credo che questo sia esattamente il dovere di coloro che ci rappresentano in Parlamento».

LEGA – Dagli onorevoli del Carroccio del territorio, Fabrizio Cecchetti (Rho) e Fabio Boniardi (Bollate) non arriva un commento diretto, ma la loro solidarietà e piena fiducia al segretario federale della Lega, Matteo Salvini, è espressa via social.

Simone Giudici, consigliere regionale rhodense, difende la linea politica del suo leader: «Salvini a mio modo di vedere si è comportato da persona libera e non schiavo di vecchi schemi: ha fatto un'azione molto importante dimostrando che il suo interesse non era la poltrona ma il bene degli italiani. Mi auguro che di conseguenza il presidente della Repubblica oggi tragga le sue conclusioni e non dia l'ok a un governicchio o un governo fatto esclusivamente per salvare le poltrone, perchè molta gente che oggi siede tra i banchi del Parlamento non sarebbe più eletta, soprattutto tra i 5 Stelle e i renziani. L'unico modo per cambiare davvero questo Paese è andare al voto. E mi auguro che si voti presto, a ottobre».

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Agosto 2019
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