Domani sera, giovedì 24, nuova seduta del consiglio comunale di Nerviano. All'appuntamento, però, mancherà la consigliera Daniela Colombo di Tutti per Nerviano per un impegno comunicato «con un mese di anticipo» all'assemblea. La scelta di convocare la seduta del parlamentino cittadino proprio per la data di domani, quindi, ha lasciato l'amaro in bocca alla lista civica, che si sfoga attraverso i social network.

«Poiché non è la prima volta che i consiglieri di minoranza sono costretti ad apprendere della convocazione di commissioni o del consiglio comunale con poco anticipo e senza nessun coinvolgimento nella pianificazione, TpN e le altre forze di opposizione chiederanno la convocazione di una conferenza dei capigruppo affinchè sia posta all’ordine del giorno la calendarizzazione degli eventi istituzionali – fanno sapere dalla lista -.  Il consiglio è organo «sovrano» del Comune e la legge lo pone al primo posto nella elencazione di cui l'art. 36 del T.U.E.L.; la partecipazione dei consiglieri assume quindi un significato di particolare rilievo. Il ruolo del presidente, che è la figura preposta all’organizzazione e al corretto funzionamento del consiglio comunale, deve essere svolto in maniera autonoma; non deve essere strumentale all’attuazione dell’indirizzo politico della sua maggioranza e non può ritenersi legato da un rapporto fiduciario o privilegiato con la sola componente di maggioranza del relativo consiglio. Dal punto di vista deontologico il presidente deve quindi assumere un comportamento “neutrale” e relazionarsi in maniera efficace con tutte le forze politiche presenti in consiglio evitando le sovrapposizioni di riunioni e la programmazione unilaterale degli impegni; in sintesi deve saper dialogare, nella forma e nella sostanza, con un ruolo “super partes”. Certamente nella pianificazione degli incontri non possono prevalere le esigenze personali dei singoli; la definizione di un calendario degli appuntamenti istituzionali, rifiutata nelle precedenti occasioni nella quale era stata richiesta, serve infatti a conciliare gli impegni privati e lavorativi con gli obblighi connaturati all’impegno pubblico assunto, rispettando le prerogative del presidente del consiglio comunale ma anche i diritti di ciascun consigliere.