Daniele Montoli, nostro affezionato lettore, è anche un grande appassionato di Palio. Un anno fa lo avevamo conosciuto come “Il Poeta di Corte della Contrada San Martino”, autore della poesia “L’Appartenenza”. Oggi, con piacere, eccolo di nuovo con noi grazie a un'altra sua composizione, risalente al Maggio-1991: “Profumo di Palio”

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“Mentre le ultime scene della notte passata calano il sipario, come alla fine di una consueta interpretazione e, come dive salutano esaurendo i misteriosi magici vocii, lasciando spazio al sorgere del nuovo dì che si presenta, ecco che la città pian piano si risveglia ed, in una aurora fiabesca, un arcobaleno prende forma, coi suoi colori che giocano a mosaico, intrecciandosi a formare una delicata preziosa tela: la “Tela del PALIO”. E, quei colori, cari colori, si accendono, materializzano, vivono poiché sono i Colori delle “CONTRADE”. –

Ecco che allora in lontananza s’odono a destra suoni di chiarine ed a sinistra rulli di tamburi, accompagnati dai tipici canti, inni ad innalzo, valorizzazione, maestosità a difesa dei propri Colori/Emblemi di Contrada, da una parte, mentre dall’altra inneggiano, incitano a “Singolar Tenzone”  (Sfida/Battaglia), verso le altre, le “sette”, la “nemica”.-  E tutto questo clima goliardico nel limite di uno scopo comune, per poter realizzare un : “pacifico/educato: PALIO” e, verso il “Crocione”, l’ambito trionfo, l’estasi culminante di ognuno di noi.  —   

Queste note, tutte queste note che ogni “Maniero” emana, profuma la città, ti rapiscono, ti drogano, inebriano, ed il tuo “Io” interiore si sente differente, modificato, e di ciò ne sei felice, largamente gioioso, compiacente di tale benigna “ubriachezza” che sino a sera, tarda sera si protrarrà, sarà parte di te, padrona di te. –

Si sino al fatidico momento ansiosamente atteso, ma nel medesimo istante come a contraddizione, desideroso di esser ancor lontano, del “Canapo” dove ci si gioca tutto, dove tutto sfocia , dove come alla pallina di una roulette, tutto il tuo destino è legato, speranze, futuro … ad un fantino, il tuo “Fantino” –

E lui corre, ma sei tu che corri; e lui sprona, ma sei tu che sproni; e lui gronda, ma sei tu che grondi; e lui sfida, ma sei tu che sfidi; e lui … perde/vince, ma sei tu che perdi/vinci. Tu con le tue urla, pianti, pene, tristezze, emozioni, brividi, gioie, esplosioni indescrivibili, … si tu lì al “Canapo”. —   

Tu nota, strumento di un delicato concerto che ammantella la città; risuona, la copre/veste. – Concerto che ormai si sta perpetrando, compiendo, che và ad esaurirsi … , per gli altri però forse,  non per te che senti, vivi, sei il : “PROFUMO DI PALIO”.  –  Il resto non conta –  Un “PALIO” sta finendo,  … un “PALIO” è finito, e già si parla del prossimo; è come una calda febbre senza rimedio che persiste, è il “PROFUMO DI PALIO”, che ti distingue e ti porti sempre appresso ovunque tu vada, con onore e tanto orgoglio. –

Sulla città ritornano le ombre, oscurità della notte; qualcuno ha vinto … qualcuno ha perso, un altro giorno è svanito, un altro “PALIO”  è trascorso, ma in noi tutto ancora rivive, continua, è luce … , ma in noi c’è : il  “PROFUMO DI PALIO”.  — ‘’      

 “IL poeta di Corte” – (D. Montoli)