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Lo “Ius Soli” visto con gli occhi di una bimba italo-albanese

5 Novembre 2017

In questi giorni ed in quest'anno particolarmente si sente molto parlare della legge di Ius Soli in tutti i modi e salse possibili. 

Un po' per gioco con mia figlia più grande Serena, la quale è nata qui a Legnano (che ha cinque anni a va a scuola materna ovviamente), comincio a fare delle domande senza aspettare magari grandi risposte. 

Prima domanda: Serena allora tu sei italiana o albanese? Lei, ingenuamente ma intelligentemente come solo i bambini sano fare mi risponde: Io sono nata a Legnano ma i miei genitori sono albanesi, quindi tutte e due; cioe italiana e albanese. Poi aggiunge con le sue prime parole albanese: "sono fol shqip" (parlo albanese ricordando il ritornello una famosa recente nostra canzone).

Cosa dobbiamo dire allora di questa legge in recente futuro ai nostri figli? La loro identità di cittadini del mondo ancora prima di una nazione specifica dove sono nati e la cultura di un popolo che acquisiscono. Continuando poi nel nostro discorso padre – figlia, comincia a pensare per le vacanze estive del prossimo anno. Fino adesso ogni anno abbiamo passato ovviamente le ferie in Albania. Chi sa perché  l'anno prossimo mi dice  vorrebbe che  andiamo tutti insieme  in Ecuador con la sua migliore amica Nadia. Questa è la pura innocenza dei bambini e che hanno tanto da insegnare a noi grandi sui diversi temi sociali.

Sono convinto che la vera integrazione inizia, cresce e matura nelle seconde e terze ormai  generazioni tra i banchi di scuola, mentre noi ci diamo delle gomitate a vicenda senza senso. E alla fine come ai bambini piace parte la gara sulla cittadinanza tra me e mia figlia Serena.

Dopo i problemi per fortuna risolti sull'omonimia dell'anno scorso da alcuni mesi con il mio avocato Matteo Ceriani siamo riusciti ad inoltrare la pratica per la  mia cittadinanza. Invece Serena, "Ius Soli" permettendo  magari lo avrà prima di me come legnanese "doc". Vorrei che cominci ad essere vincente nella vita. Loro sono il futuro di questo bel paese che ci ospita e che abbiamo scelto di vivere.

Aleks Vulaj

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