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«Dammi 2 euro per il parcheggio se no ti rompo la macchina»: condannato per estorsione

Estorsione e non violenza privata per la Corte di Cassazione a carico del parcheggiatore abusivo che ha così accolto un visitatore nel posteggio di un ospedale. 

«Devi darmi 2 euro per il parcheggio». E al rifiuto rincara la dose: «Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto ti rompo la macchina». Così un parcheggiatore abusivo ha "accolto" un visitatore nel posteggio del Campolongo Hospital di Eboli. Con il risultato che la Corte di Appello di Salerno ha confermato la condanna a suo carico pronunciata in primo grado per estorsione.

Conferma ulteriormente ribadita dalla seconda sezione penale del Palazzaccio presieduta da Piercamillo Davigo, alla quale il parcheggiatore abusivo si è rivolto lamentando che il fatto addebitatogli avrebbe dovuto essere qualificato come violenza privata e non come estorsione, oltre che l'insussistenza del reato in quanto la minaccia «non era idonea ad intimorire l'automobilista a consegnare la somma di denaro richiesta». 

Censure entrambe restituite al mittente dal Palazzaccio. Gli Ermellini, infatti, dapprima hanno ribadito che «non è configurabile il reato di violenza privata per la semplice ragione che il suddetto reato ha natura sussidiaria rispetto all'estorsione, dalla quale si differenzia per l'assenza dell'ingiusto profitto che, invece, nel caso di specie, è configurabile (richiesta di una somma di denaro non dovuta)». E poi hanno sottolineato che «la minaccia è da ritenersi sussistente perché tale – considerata con giudizio ex ante – deve oggettivamente ritenersi la frase "Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto ti rompo la macchina", essendo poi del tutto irrilevante che la persona offesa non si sia sentita intimidita ma, anzi, dopo avere rifiutato di pagare si recò a denunciare il fatto». 

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Luglio 2018
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