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Ruba le offerte in chiesa: oltre al peccato, c’è l’aggravante

La Cassazione ha confermato il reato di furto aggravato per un 74enne che aveva sottratto all'interno di una chiesa del denaro dalla cassetta delle offerte

Rubare dalla cassetta delle offerte di una chiesa? Alla condanna morale si aggiunge anche quella penale. Eh sì, perchè il "prelievo non autorizzato" dalla cassetta delle elemosine non è solo peccato, è anche furto aggravato. Lo ha ribadito ancora una volta la terza sezione penale di Piazza Cavour annullando una precedente sentenza del Tribunale di Asti, con la quale era stato dichiarato non doversi procedere per intervenuta remissione della querela nei confronti di un 74enne piemontese, che per l'appunto aveva sottratto denaro dalla cassetta delle offerte di una chiesa.

A ricorrere al Palazzaccio contro la sentenza del giudice astigiano era stato lo stesso Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Asti, deducendo l'«errata applicazione della legge penale», e la Cassazione gli ha dato ragione.

Gli Ermellini, infatti, hanno ricordato che «la circostanza aggravante dell'esposizione alla pubblica fede sussiste anche nel caso in cui la cosa si trovi in luoghi privati, ma aperti al pubblico e sia soggetta a sorveglianza saltuaria», e questo perchè «la ragione dell'aggravamento consiste nella volontà di apprestare una più elevata tutela alle cose mobili lasciate dal possessore, in modo temporaneo o permanente, senza custodia continua».

Nessun dubbio, quindi, per la Suprema Corte, «sulla configurabilità della contestata aggravante nel caso di specie, erroneamente esclusa dal Tribunale, peraltro con motivazione eccentrica in quanto riferita alla ritenuta modesta entità del fatto». Proprio perchè si parla di furto aggravato e non di furto semplice, il reato è perseguibile d'ufficio e la remissione della querela deve essere considerata irrilevante.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Febbraio 2018
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