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Benvenuti ad Expo 2015

Alle 10 di venerdì 1 maggio  aperti i cancelli dell'Esposizione milanese...  Milano devastata dai black bloc

Ore 10, si aprono i cancelli. Il momento tanto atteso e tanto temuto è arrivato, ma Expo 2015 si dimostra da subito una sorpresa: perché arrivarci non è un’odissea, perché l’entrata ai tornelli è rapida ma in sicurezza e la gente dentro è già numerosa,  e si moltiplicherà nel corso del pomeriggio. E perché, nonostante la pioggia inizi a cadere puntuale intorno alle 11, alla cerimonia ufficiale di inaugurazione di mezzogiorno non cade neanche una goccia.

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Inaugurazione Expo 4 di 107

L’Expo è una sorpresa innanzitutto perché tutti i padiglioni dei Paesi hanno aperto regolarmente (tranne una parte di quello del Nepal, a cui stanno lavorando gratuitamente operai di altri cantieri). Certo, non tutto è completato: mancano le rifiniture generali, soprattutto nella pavimentazione, e c’è materiale di scarto accumulato in alcuni angoli. Ma, considerate le previsioni catastrofiche, è un buon risultato.

All’interno dei padiglioni dei Paesi, in fila lungo il Decumano, sono in mostra i simboli della loro tradizione, storia e ovviamente gastronomia. In molti viene servito cibo tradizionale, in altri si possono acquistare prodotti locali. In altri ancora sono stati installati schermi interattivi che permettono di fare un tuffo in quella realtà. Paesi esteri, ma non solo: lungo il Cardo trionfa l’italianità. A una delle estremità sorge l’immenso Palazzo Italia, inaugurato dopo pranzo alla presenza delle autorità. Al suo fianco, l’Albero della Vita si staglia al centro della Lake Arena. E poi, i padiglioni più ridotti delle regioni italiane. Sul Decumano invece fanno bella mostra di sé, tra gli altri, il padiglione della Santa Sede, quello della Franciacorta con le sue vigne, quelli di Perugina e Lindt, oltre ai cluster divisi per tema.

A dare il benvenuto ai visitatori dal lato di Cascina Triulza (l’ingresso a cui convergono la passerella sopraelevata e il tunnel della stazione di Rho Fiera) c’è il Padiglione Zero, “Divinus halitus terrae” (la definizione di agricoltura secondo Plinio il Vecchio). L’interno, firmato da Davide Rampello, è un viaggio attraverso la storia dell’uomo, da quando i continenti erano uniti nella Pangea fino ad arrivare alla futuristica Borsa del cibo, passando per la rivoluzione industriale e il tema dello spreco alimentare. All’altra estremità del Decumano sorge invece l’orto di Slow Food. Immancabile poi un omaggio al luogo dove quotidianamente si ha a che fare con i temi del cibo e della sicurezza alimentare: il supermercato. Ed ecco intervenire Coop, con il suo Future Food District, il supermercato dei sogni: gli alimenti sono esposti su tavoli interattivi e basta sfiorarli con la mano per avere ulteriori informazioni sul prodotto.

Alle 12, puntuale, la cerimonia ufficiale di inaugurazione di Expo Milano 2015. Nell’Open Air Theatre – ingresso riservato a lavoratori e volontari, oltre che alle autorità, ma è numerosa la gente assiepata alle transenne – intervengono il commissario unico per Expo Giuseppe Sala, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni (è pronto contro ogni previsione anche il padiglione Lombardia) e Ferdinand Nagy, il presidente del Bureau internazionale delle Esposizioni. Ma l’intervento più atteso e applaudito è quello di Papa Francesco, in collegamento dal Vaticano: «La sfida del ventunesimo secolo è quella di smettere di abusare del giardino che Dio ci ha donato» ha commentato il pontefice, rimarcando più volte l’elemento dei “volti”: i volti di chi ha fame, i volti dei visitatori che devono concretamente impegnarsi per far cambiare le cose, i volti dei lavoratori che «con Expo sono riusciti a portarsi a casa il pane».

Infine, il presidente del Consiglio Matteo Renzi dà ufficialmente il benvenuto ai presenti, ma questa volta le sue parole non sono di semplice circostanza. Non si possono non ricordare le tante catastrofi che stanno sconvolgendo il mondo: il Mediterraneo è definito un “cimitero”, i Balcani soffrono, il Medio Oriente è in subbuglio, e fatti come le stragi in Kenya e Pakistan non possono che spingerci a fare di Expo «un’occasione per guardare il mondo per com’è e per cercare di cambiarlo». I ringraziamenti del premier vanno a Letizia Moratti, ex sindaco di Milano, «per l’intuizione», e a Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica, «per la capacità di dialogo». La bandiera italiana viene issata sulle note dell’inno di Mameli (con una piccola variante, «Siam pronti alla Vita, l’Italia chiamò»): l’Esposizione Universale di Milano può ufficialmente cominciare. 

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Pubblicato il 01 Maggio 2015
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