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Scavi archeologici clandestini, arresti anche in zona di Malpensa

Tra le 21 persone finite ai domiciliari per il traffico di reperti archeologici anche due uomini di Magnago e Castano Primo

Nel video un’area di interesse archeologico presa di mira dal gruppo criminale ha operato degli scavi clandestini, con impietosa violenza, utilizzando anche un escavatore. Nelle riprese ritratti anche alcuni soggetti che, seppur non impegnati direttamente nell’attività di scavo clandestino, erano intenti ad “esaminare” il terreno . 


Tra le 21 persone finite ai domiciliari per il traffico di reperti archeologici smantellato dai carabinieri risultano anche due uomini di Magnago e Castano Primo residenti nei dintorni della vicina Malpensa. Si tratta dell'operazione “Achei” svolta dai carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone, che ha scoperchato un giro di scavi archeologici clandestini con relativa esportazione di beni archeologici (che per Legge appartengono allo Stato) all’estero.

[pubblicita] Nello specifico sono coinvolte 23 persone (2 in carcere e 21 agli arresti domiciliari), ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita. Contestualmente sono stati eseguiti ulteriori 80 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti, indagati in stato di libertà. 

OPERAZIONE – Oltre 350 i carabinieri impiegati, che hanno operato in territorio italiano ed estero, congiuntamente agli investigatori della Metropolitan Police di Londra, della Polizia Criminale del Baden-Württemberg, dell’Ufficio Centrale di Polizia Francese per la lotta al Traffico Internazionale di Beni Culturali e del Servizio Serbo per la Lotta alla Criminalità Organizzata.

L’operazione è stata condotta in sinergia con tutti i Comandi Provinciali coinvolti. I militari sono intervenuti con il supporto dell’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Calabria” e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia. Contemporaneamente, in ambito europeo, grazie al coordinamento di EUROPOL ed EUROJUST, sono state eseguite, in esecuzione di Ordine Europeo di Indagine, attività di perquisizione presso i luoghi di dimora di 4 indagati, domiciliati in Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia.

INDAGINE – L'indagine è stata avviata nel maggio 2017 e conclusa nel luglio 2018. Dalle investigazioni è emerso il vasto traffico, su scala nazionale ed internazionale, di reperti archeologici provenienti, tra gli altri, sia da scavi clandestini operati nei siti archeologici di: “Apollo Aleo” a Cirò Marina, “Castiglione di Paludi” a Paludi (CS) e nell’area di “Cerasello” (che, seppur non soggetta a vincolo, riveste un indiscutibile interesse archeologico), sia da tante altre aree private nelle province di Crotone e Cosenza. Nel corso dell’attività sono stati identificati i componenti del ramificato e strutturato sodalizio criminoso. Un’articolata organizzazione costituita da tombaroli, intermediari e ricettatori che, per qualità e quantità di illeciti commessi, nonché per caratteristiche strutturali ed organizzative, rappresenta un vero e proprio fenomeno criminale che, secondo la definizione del GIP, costituisce la "Criminalità Archeologica Crotonese", radicata nella provincia di Crotone e capace di alimentare il reddito di interi gruppi familiari.

REPERTI RITROVATI – Nel corso dell’attività investigativa sono stati recuperati diversi reperti archeologici risalenti al IV e al III secolo a.C. rinvenuti nella disponibilità di uno dei capi dell’organizzazione, quali: 5 vasi e lucerne in terracotta, piatti con scene di animali, fibule e monili vari, nonché sono stati sequestrati i mezzi meccanici e le attrezzature tecniche utilizzati rispettivamente per l’escavazione del terreno e per le ricerche archeologiche clandestine. Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati in diverse abitazioni in altre regioni italiane ulteriori reperti provenienti verosimilmente dal territorio  crotonese per un valore di svariati milioni di euro. 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Novembre 2019
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