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Protocollo migranti, San Giorgio verso la firma

L'intenzione dell'amministrazione è quella di aderire all'accoglienza di secondo livello SPRAR - Preoccupazione per la decisione di Legnano di non sottoscrivere il documento.

«Gestire l'emergenza per non subirla»: è questa l'intenzione annunciata dall'amministrazione comunale di San Giorgio su Legnano durante l'assemblea pubblica di ieri, mercoledì 12 luglio, dedicata al protocollo per l'accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa.

La prima tranche di sottoscrizioni del documento risale allo scorso maggio (qui il servizio), e da allora ad oggi 80 delle 134 amministrazioni comunali che fanno parte della Città Metropolitana di Milano hanno deciso di firmare il protocollo. A San Giorgio su Legnano finora la decisione è rimasta in standby: il sindaco Walter Cecchin – allora sindaco uscente e poi riconfermato dai sangiorgesi alle urne lo scorso 11 giugno – aveva infatti deciso di attendere l'esito della tornata elettorale, di modo che la nuova amministrazione potesse decidere liberamente. Ora che Vivere San Giorgio, la lista civica che sostiene il primo cittadino, è stata riconfermata al timone del paese, come annunciato sin dalla campagna elettorale è stata indetta una serata dedicata all'informazione della cittadinanza sui contenuti del documento.

«È un protocollo che nasce da lontano – ha spiegato durante l'assemblea il sindaco Walter Cecchin -, da una situazione di emergenza che tutti eravamo impreparati a gestire e che rischiava di portare in un unico luogo un numero elevato di persone, eventualità che ci preoccupava molto. Per questo, con un percorso concretizzatosi nel 2017, siamo arrivati ad una soluzione di aiuto reciproco, che prevede la gestione diffusa, fatta di tanti piccoli gruppi dislocati sul territorio dei diversi Comuni. Firmare il protocollo non è un obbligo, ma un modo per aiutarsi tra Comuni e per essere direttamente coinvolti e non venire scavalcati dalla Prefettura: è vero che in caso di emergenza le garanzie del protocollo possono "saltare", ma il documento ci mette in condizione di essere parte attiva e di tenere la situazione sotto controllo».

L'intenzione dell'amministrazione comunale – che si è già interfecciata in diverse occasioni con il Prefetto meneghino Luciana Lamorgese – è quella di posizionarsi sull'accoglienza di secondo livello, aderendo al progetto SPRAR: «Abbiamo suggerito al Comune di orientarsi sull'esperienza dello SPRAR – ha spiegato Valerio Pedroni della Fondazione Somaschi Onlus –: si tratta di accogliere persone che hanno già ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato e devono portare avanti un percorso di accoglienza ed integrazione». Per queste persone, l'ente del terzo settore che collaborerà con Comune e Prefettura ed avrà la responsabilità della gestione dell'accoglienza preparerà un apposito progetto: «Cerchiamo sempre di ingaggiarli in situazioni di volontariato civico – ha spiegato Pedroni –. Crediamo sia importante attivarli sin da subito, un’accoglienza assistenzialistica che vada avanti per un tempo illimitato non è la strada giusta. Una partecipazione fattiva nella comunità, invece, è il modo migliore per queste persone di ribadire che vogliono far parte della comunità e vogliono farlo nel modo giusto».

La possibilità dell'inserimento nella comunità tramite lavori socialmente utili, peraltro, era stata una precisa richiesta dei Comuni all'atto della stesura del documento: «Nel protocollo – ha spiegato Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno e presidente della Conferenza dei Sindaci dell'Alto Milanese – abbiamo chiesto che queste persone potessero essere direttamente inserite nella comunità attraverso lo svolgimento di lavori socialmente utile: è giusto accogliere, ma anche che il Comune riceva qualcosa in cambio». Proprio l'assicurazione necessaria allo svolgimento di queste attività è l'unica spesa prevista a carico dei Comuni, che non avranno dall'accoglienza alcun altro aggravio economico.

I tempi per l'arrivo dei profughi dopo la sottoscrizione del protocollo, ad ogni modo, non saranno immediati: i primi arrivi, verosimilmente, si verificheranno all'inizio del nuovo anno. Tre i posti finora individuati dal Comune: si tratta dei locali utilizzati negli anni '90 per l'accoglienza dei profughi albanesi. «In questa prima fase – ha spiegato Walter Cecchin – preferiamo non dislocare chi arriverà in paese ma tenere la situazione sotto controllo in Comune». 

«L’accoglienza di queste persone non è un obbligo giuridico, ma è un obbligo morale – ha sottolineato il parroco sangiorgese Don Antonio Ferrario, tra i relatori dell'incontro –. Non basta l’accoglienza però, serve anche l’accompagnamento, e tutta la comunità deve mobilitarsi in questo senso perchè è una possibilità di crescita e arricchimento per tutti».

San Giorgio su Legnano, insomma, si avvia alla firma del protocollo, anche se una preoccupazione al sindaco Walter Cecchin rimane, come già esternato nelle scorse settimane (qui il servizio), e riguarda un «fattore locale», e cioè l'annunciata decisione del neo sindaco legnanese Gianbattista Fratus di non firmare il documento (qui il servizio): «Quando vengono a mancare Comuni di grosse dimensioni in relazione all’adesione ad un progetto di questo tipo, come Legnano, le problematiche possono diventare molto più grosse e riversarsi su tutto il territorio. Ogni amministrazione deve giustamente poter decidere al suo interno, ma una visione globale va conservata quando si tratta di problemi che coinvolgono tutti. Lancio un messaggio a Legnano perchè non annulli tutto quello che stiamo cercando di fare: che Legnano possa non aderire al progetto e possano arrivare 300 persone sul territorio mi preoccupa molto come amministratore». A fargli eco il vicesindaco di Villa Cortese Giambattista Bergamaschi, intervenuto per portare la testimonianza della propria amministrazione, che si è mostrato possibilista sulle decisioni che Legnano assumerà: «Non è scontato che Legnano si chiami fuori dal ragionamento fatto tra Comuni, si continuerà a discutere e confrontarsi, e credo che troveremo in Legnano un interlocutore con cui individuare una soluzione di buon senso».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Luglio 2017
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