Il terremoto e le nevicate eccezionali avevano davvero messo in ginocchio Amandola, una cittadina incastonata tra i Monti Sibillini nelle Marche, ma i suoi abitanti non hanno mai avuto voglia di arrendersi. E ora, grazie alla generosa donazione di quasi 95mila euro arrivata dai Comuni del Legnanese, Amandola può fare un passo in più verso la normalità. Ieri mattina, sabato 1, sono stati completato i lavori di trasferimento e creazione del nuovo Museo del Paesaggio.

«Da oggi torniamo ad avere funzionante il museo che raccoglie le bellezze storico-ambientali e paesaggistiche del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, chiuso perché inagibile a seguito delle devastanti scosse sismiche del 24 agosto 2016 – spiega il Comune di Amandola tramite social network -. Vogliamo ringraziare tutti i fantastici sindaci del Legnanese, coordinati e sostenuti dall'amico Alberto Centinaio che, con grande affetto e solidarietà, hanno voluto donarci, senza indugio, la realizzazione di questo sogno e permetterci di riavere, in tempi brevi, una struttura essenziale per il turismo. Grazie mille per il vostro grande cuore a voi ed a tutti i vostri cittadini che hanno sostenuto questa iniziativa. Vogliamo inoltre ringraziare tutti quelli che hanno in ogni maniera contribuito, con grande affetto, a questa realizzazione, tutti gli organizzatori i vari sostenitori, gli imprenditori ed in particolare la cara amica Mabi motore essenziale ed instancabile dell'iniziativa senza la quale non avremmo mai avuto l'occasione di iniziare questa bellissima e positiva esperienza. Per ora sarà un'apertura 'temporanea e provvisoria". Per l'inaugurazione aspetteremo la visita e la presenza in Amandola di tutti i sindaci del Legnanese ai quali è dedicata questa struttura».

Ripartire dal museo per Amandola significa anche far ripartire l'economia, spingendo il turismo. Il museo sorge nei locali che in precedenza ospitavano la Chiesa della Collegiata, messi in sicurezza a livello sismico. Al piano terra dell'edificio nel centro storico di Amandola ci saranno le attrezzature che prima si trovavano nel museo Antropogeografico, al primo piano, invece, sorgerà un centro di restauro.

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