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Bellofiore, Pd: “Essere per la massima accoglienza non significa affatto essere contro i propri cittadini”

Il consgliere del Pd fa il punto sulla firma al protoccolo di accoglienza e sull'approvazione del bilancio di Sercop

Il 18 maggio è stato il giorno del consiglio comunale in cui a Rho è stato approvato il bilancio dell'azienda consortile Sercop e allo stesso tempo il giorno della frima in prefettura, da parte del sindaco Pietro Romano, del protocollo per l'accoglienza diffusa. Per il consigliere comunale del Partito democratico, Roberto Bellofiore, questa è un'occasione per fare il punto su entrambe le situazioni.  

"Giovedì 18 maggio 2017 si è discusso in consiglio comunale del bilancio di esercizio 2016 e del programma annuale 2017 dell’azienda speciale consortile Sercop, che gestisce i servizi alla persona per i cittadini dei comuni del rhodense – scive Bellofiore in una nota – . L’approvazione ha visto il voto favorevole di tutte le forze della maggioranza. Quella per i servizi alla persona è la spesa più consistente per il bilancio comunale, a seguito della sempre maggiore necessità di intervento e di sostegno. In questo senso l’operato di Sercop è di fondamentale importanza proprio per la capacità di agire con numerosi progetti su diversi fronti di intervento. Progetti rivolti alla tutela dei minori, ponendo soprattutto attenzione alla questione penale minorile e al tema degli affidi, al sostegno ai portatori di disabilità, all’assistenza degli anziani e progetti dedicati all’inserimento sociale degli stranieri, come “Cordata doppia” e “Senza frontiere”, ai servizi per i giovani e i neo-genitori, oltre che l’attivazione di progetti quali “Oltre i perimetri” e “RiCA” (Rigenerazione Comunità e Abitare verso Human Technopole). Le aree di intervento di quest’ultimo progetto riguardano in particolare i settori dell’educazione finanziaria e dell’abitare, incentivando pratiche di housing sociale, oltre allo sviluppo di nuovi Hub territoriali nei comuni del Nord-Ovest".

"Ma il 18 maggio è stato un giorno importante per la nostra città anche a seguito della firma a Milano del protocollo per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo – continua poi il consigliere Pd -. Protocollo firmato da 80 sindaci, tra i quali anche alcune amministrazioni guidate da sindaci di centro-destra, a dimostrazione del fatto che l’accoglienza oggi nei nostri territori è un dovere e un atto di responsabilità nei confronti dei propri cittadini e delle comunità locali vicine. Tale protocollo prevede la distribuzione di quote di persone da ospitare e accogliere all’interno dei singoli comuni aderenti, stabilite dall’accordo stipulato da ANCI con il Ministero. La quota prevista per la nostra città è di 137 persone. Il protocollo tuttavia prevede la c.d. “clausola di salvaguardia”, che dispone che il prefetto non possa destinare altre persone in quei comuni in cui sia stato raggiunto il 50% di detta quota. Il comune di Rho, attento e sensibile al tema dell’accoglienza e dell’integrazione, accoglie ad oggi 66 persone tramite il sistema SPRAR, di cui però circa una ventina all’interno dei territori dei comuni di Pregnana e di Arluno, più altre 49 presso il CAS di via Grandi. Riteniamo che questo sistema di accoglienza diffusa sia il modello più giusto e da perseguire per far sì che si possa attuare un vero processo di integrazione all’interno del tessuto sociale delle nostre comunità locali. In Italia ci siamo ormai abituati ad un insano dibattito sul tema dell’immigrazione, basato spesso sull’equazione, di grande impatto elettorale per chi strumentalizza questi temi, profughi uguale criminalità e insicurezza. Noi crediamo invece che il principio che anzitutto debba prevalere sia quello dell’eguaglianza: dell’eguaglianza di riconoscimento dei diritti fondamentali tra chi è cittadino e chi ancora non lo è. Da qui passa anche il discorso sulla sicurezza. La sicurezza di una società non si misura sul numero di militari o di forze dell’ordine che pattugliano le strade della propria città, ma si misura sul grado di ospitalità, di accoglienza, di integrazione e di conoscenza tra persone e culture anche diverse tra loro insito nella società stessa. Per questo il sistema di accoglienza diffusa è la soluzione secondo noi ottimale, che non ghettizza, ma al contrario dà la possibilità a ciascuno di integrarsi all’interno del tessuto sociale. Con questo non si toglie alcun servizio ai cittadini rhodensi che qualcuno tanto proclama di difendere. Affermare di essere per la massima accoglienza non significa affatto essere contro i propri cittadini. E questo lo dimostra anzitutto l’impegno politico ed economico di questa amministrazione di investire massicciamente nei servizi alla persona. Chiediamo quindi a tutti i cittadini rhodensi, che non hanno alcuna paura di schierarsi per una società accogliente e plurale, di far sentire la propria voce, così come decine di migliaia di persone hanno fatto sfilando per le strade di Milano lo scorso 20 maggio, mostrando la propria convinzione per l’edificazione di una società diversa, multi-culturale, più egualitaria.

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Pubblicato il 22 Maggio 2017
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