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Amga e la transazione, anche il PD invoca “calma e gesso”

I democratici legnanesi chiedono che sia la prossima amministrazione comunale a decidere se accettare o meno la transazione di circa 2 milioni a fronte di una richiesta di 22 milioni

Abbiamo la sensazione che il PD legnanese sia rmasto indietro un passo nella vicenda della possibile transazione AMGA. Infatti, il Circolo di via Bramante attribuisce alla dr.ssa Cristiana Cirelli una volontà che lo stesso commissario prefettizio ha negato proprio oggi, con un comunicato reso noto nel pomeriggio.
Non solo, il PD arriva dopo l'avv. Franco Brumana  (leggere qui la notizia) a invocare la necessità che sia la prossima amministrazione comunale a prendere decisioni in merito a «chiudere l’azione di responsabilità avviata dai comuni soci di AMGA nei confronti del CdA della partecipata  retta allora dall'ex Assessore Lazzarini». Oggi, lasciare al promotore di Costituzione civica, la partenità di questo appello non lascia una positiva impressione sulla immediatezza nella comunicazione elettorale dei democratici legnanesi, di cui pubblichiamo qui di seguito il comunicato arrivato in serata in redazione.

Quanto sostenuto dal Commissario Cirelli sulla necessità di chiudere l’azione di responsabilità avviata dai comuni soci di AMGA nei confronti del CdA della partecipata retta allora dall'ex Assessore Lazzarini accettando la transazione formulata dalle assicurazioni con un risarcimento di circa 2 milioni a fronte di una richiesta di 22 milioni riteniamo sia oltre che inopportuno anche passibile di eventuali danni erariali che la Corte dei Conti potrebbe impugnare nei confronti dei comuni soci. 

A prescindere dal danno economico che comunque ricade  sui cittadini (l’impoverimento di una società pubblica – due milioni contro ventidue!), resta la domanda forte se su un fatto così eclatante, così politicamente significativo, in assenza di un governo eletto dai cittadini, sia opportuno prendere decisioni così definitive. Stiamo parlando di una azienda che ha visto stagioni di denunce penali (mai risolte in quanto prescritte), di pesanti rischi di fallimento, di altrettanto pesanti e dolorose azioni di risanamento. Un’azienda che ancora oggi è nell’occhio del ciclone, con un consiglio di Amministrazione sfiduciato e la presidente, da poco dimissionaria, sotto indagine. Tutto ciò presupporrebbe a nostro parere che una decisione, solo parzialmente economica e invece tutta politica, come la transazione di cui sopra, fosse assunta dai cittadini legnanesi attraverso il nuovo governo che dovrà insediarsi si presume nella prossima primavera.

Questa causa civile è in ballo da almeno 6/7anni. Consiglieremmo di aspettare ancora qualche mese prima di archiviare il tutto.

Partito Democratico Legnano

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Dicembre 2019
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