Intervista video alla studentessa Katia Sarni

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(v.a.) – "Noi il badge non lo vogliamo"; "Noi da qua non ce ne andiamo". Terzo giorno di sciopero per gli studenti dell'ITG Maggiolini di Parabiago che da mercoledì stanno manifestando contro il pagamento del badge elettronico. "Sei euro non è una cifra proibitiva ma probabilmente non dovuta, se si pensa che molte altre scuole che hanno introdotto il badge non hanno chiesto un solo centesimo alle famiglie  – spiegano i ragazzi – questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso dato che già la scuola chiede un contributo di 120 euro l'anno che abbiamo scoperto da poco non essere obbligatorio.

L'istituto intanto continua ad avere problemi, come le porte dei bagni  rotti e buona parte dei termosifoni non funzionanti". Oltre 100 i ragazzi che nella mattina di oggi hanno marciato verso il Comune dove una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Franco Borghi, dall'assessore all'Istruzione Mario Grandini e dall’assessore al Bilancio, Carlo Raimondi. Un numero in calo rispetto alla prima giornata che ha avuto più del doppio delle adesioni. Il corteo è poi tornato davanti alla scuola dove erano presenti i Carabinieri.

"I badge elettronici – controribatte Alfonso Cocciolo, collaboratore della preside Daniela Lazzati – sono uno strumento di grande utilità; il costo è di 6 euro ed è valido per 5 anni. Purtroppo il Ministero continua a tagliare i fondi. Da parte nostra abbiamo installato 13 Lim (lavagne elettroniche) e potenziato la rete wireless: a lungo termine la scuola ne  trarrà importanti benefici, anche economici. Il più delle volte i bagni sono invece oggetto di atti vandalici"

Sempre nella mattinata di oggi, Ilaria La Torre della classe V A indirizzo Pacle, Fedi Soltani della classe II D e Samuele Salvalaglio della classe III F indirizzo Amministrazione, Finanze e Marketing, hanno incontrato il Sindaco di Parabiago per illustrargli i motivi della protesta che da ormai due giorni sta imperversando all’interno dell’Istituto di via Spagliardi.

 "Ci ha molto amareggiato e, in qualche modo, anche offeso – hanno esordito i tre studenti come riporta una nota inviata dal Comune – la dichiarazione che la preside ha rilasciato ai giornali. Se lei pensa che siamo contrari al badge elettronico perché questo dispositivo “c’impedisce di bigiare”,  è doppiamente fuori strada. Prima di tutto, perché non siamo così meschini e, in secondo luogo, perché dobbiamo dedurre che non abbia ancora capito la vera motivazione della nostra protesta. Noi non siamo per nulla contrari a questo nuovo sistema. Troviamo, tuttavia, molto scorretta la modalità con cui è stato introdotto, ossia senza prima interpellare le famiglie e caricando su di loro i costi".

Gli studenti hanno inoltre fatto presente all’Amministrazione la situazione di evidente degrado in cui versa il plesso scolastico (la manutenzione straordinaria spetta alla Provincia, che è proprietaria dell’edificio, mentre quella ordinaria all’autonomia scolastica): muffa nelle aule, molti dei servizi igienici sprovvisti di porte e, soprattutto, buona parte dei termosifoni non funzionanti (“non osiamo pensare cosa succederà, quando arriverà l’inverno. Lo scorso anno stavamo in classe con giubbotti e guanti”).

Nella mattinata di domani la preside, Daniela Lazzati esporrà quindi le proprie ragioni al sindaco. Raggiunta telefonicamente questa mattina, al termine del colloquio con gli studenti, Lazzati ha infatti accettato d’incontrare la delegazione, insieme al sindaco Borghi e all’assessore Grandini: "Solo la strada del dialogo sereno, sincero e rispettoso permetterà di risolvere questa situazione", hanno concluso gli Amministratori, congedando gli studenti che, all’uscita, sono stati accolti festosamente dai loro compagni, che li attendevano sul piazzale antistante il Municipio.