Gioco d’azzardo e ‘ndrangheta: nel mirino società di Busto A.
Si è conclusa l'operazione "Gambling" coordinato dalla direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria...
Anche Busto Arsizio nel mirino dell'operazione "Gambling" sul gioco illecito on line controllato dalla 'ndrangheta. Nella rete del’imponente lavoro, coordinato dalla direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, è finita, tra le 45 imprese sequestrate, una società con sede legale nella vicina Busto Arsizio.
Stamattina, mercoledì 22 luglio, le Fiamme Gialle hanno eseguito 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 13 arresti domiciliari, 5 divieti di dimora, 5 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Sequestrate, poi, 11 società estere, 45 imprese sul territorio nazionale, 1500 punti commerciali, e 82 siti nazionali e internazionali. Oltre che innumerevoli immobili per un valore pari a 2miliardi di euro.
L'operazione ha visto scendere in campo anche i comandi Provinciali dell’Arma Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Squadra Mobile della Polizia di Stato e della D.I.A. di Reggio Calabria unitamente allo S.C.I.C.O. e al Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche di Roma delle fiamme gialle.
L'attività d’indagine ha permesso di portare alla luce un’associazione a delinquere di stampo mafioso con proiezione transnazionale costituita da soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta che avvalendosi di società estere di diritto maltese esercitava abusivamente l’attività del gioco e scommesse riciclando denaro provente da illeciti.
I militari hanno accertato la raccolta “da banco” di giochi d'azzardo attraverso una ramificata rete di agenzie inquadrate, simulatamente, come meri Centri di Trasmissione Dati (CTD) collegati a “bookmaker” esteri (autorizzati a operare la raccolta a distanza in forza di apposite licenze rilasciate dalla compe tente Autorità maltese) da un apparente “contratto di prestazioni di servizi”.
Con un sofisticato modus operandi l’associazione criminale si è sottratta al pagamento dell’imposta unica sulle scommesse, ottenendo un ingiusto profitto a danno dello Stato Italiano. I delinquenti si sono sottratti al pagamento delle imposte dirette, omettendo di presentare la prescritta dichiarazione ai fini dell’imposta sul reddito delle società (I.R.E.S.), per di più riciclando un’enorme quantità di denaro attraverso l’utilizzo di conti di gioco intestati a persone compiacenti ovvero inconsapevoli.
l nucleo originario dell’organizzazione criminale si è formato sul territorio reggino, ove i soggetti sono nati e cresciuti (anche sotto il profilo dell’esperienza professionale e criminale), ove si sono conosciuti e hanno ideato il sistema illecito sopra descritto.
L’attività investigativa svolta sinergicamente dalle Forze di polizia ha consentito di accertare la partecipazione di numerosi rappresentanti delle cosche ‘ndranghetiste operanti sul territorio. E, chiarito come il metodo mafioso abbia costituito una sistematica modalità attraverso la quale indurre gli imprenditori impegnati nella gestione di sale e scommesse a distanza qualora la semplice evocazione (esplicita o implicita) del casato di ‘ndrangheta non fosse stata sufficiente, anche con pressioni intimidatorie a installare i software o ad attivare i sistemi informatici necessari per connettersi e fare giocare i clienti sui siti gestiti dall’associazione criminale.
Nelle indagini un ruolo di primissimo piano ha assunto la figura di M.G. il quale ha acquisito un prestigio imprenditoriale che gli ha fatto guadagnare un ruolo di vertice nelle imprese estere impegnate nel settore commerciale . In tal modo, lo stesso ha finito per rappresentare gli interessi non più della sola cosca originaria di appartenenza (cosca Tegano) , ma dell’intera ‘ndrangheta provinciale che si è infiltrata così nel sistema nazionale e internazionale dei giochi e delle scommesse on line.
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