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Cerri, mister lilla: «Pro, stai pure lì dove sei… veniamo noi a prenderti!»

Alla vigilia della sua seconda panchina, il neo tecnico lilla si confida: «Dopo il sogno avverato di allenare il Legnano, adesso punto a raggiungere la Pro Patria e a batterla...

«Il mio calcio? Nessuno schema preordinato. Il mio è un calcio… cromatico!».

Alessandro Cerri, il nuovo mister lilla, subentrato a Massimo Rovellini domenica scorsa, si appresta alla seconda apparizione in panchina, per nulla spaventato dell'avventura che sta vivendo. Una avventura? Un sogno, piuttosto. Quello del tifoso lilla che ha sempre sperato di indossare la maglia della sua squadra e finito addirittura ad allenarla.

Alessandro non è spaventato della responsabilità. Oggi, alla vigilia della trasferta ad Arconate, è motivato e sicuro: «Sono sereno e tranquillo, per la fiducia che sento arrivare dalla società, per la stima di un gruppo di giocatori che hanno rispetto dei nostri diversi ruoli, per la collaborazione di chi mi è così vicino, come il d.s. Maurizio Salese e anche altri, che stanno credendo in me. Questa serenità rafforza la convinzione che dobbiamo provare a tutti i costi a mettere ancora qualche punto tra noi e il Trezzano e andare così direttamente allo spareggio interregionale con una squadra ligure».

Sul fatto poi che, vantando un passato di riconosciuto e carismatico capo-ultras, i tifosi non lo contesteranno mai, il neo tecnico lilla ha un sussulto: «Scherziamo? Se dovrò prendermi qualche critica, gli ultras non dovranno farmi alcuno sconto. Non si è mai visto un tifoso della curva non contestare!».

Con Rovellini, il rapporto è stato ed è rimasto ottimo («E' stato il primo a mandarmi un… in bocca al lupo», ci confida); perfetto quello con il presidente Zanda («In tanti parlano, parlano, ma è solo lui che da tre anni fa i fatti», il suo sfogo).

L'obiettivo finale rimane una nuova promozione, ma… «Ma per un risultato di questo genere – è la sua opinione – sarà necessario combinare al meglio il rapporto tra società, squadra, pubblico e città. E' la ragione per la quale da sempre invoco quella appartenenza territoriale spesso assente. Legnano città deve dare una risposta più convincente e coinvolgente. Calcio e Palio sono le uniche opportunità per uscire dal nostro guscio. Il Palio mi sembra che stia mancando l'obiettivo, cerchiamo di raggiungerlo almeno con i lilla. Insomma, essenziale in questo momento deve essere un progetto che unisca la squadra al territorio in maniera profonda».

Esaudito il sogno di allenare la squadra per la quale fin da bimbo ha fatto il tifo (come il figlio Francesco che gioca e si diverte con la squadra lilla dei 2004), Alessandro adesso ne ha uno nuovo, a dir poco ambizioso: «Diversamente da altri – ci spiega nel bar di corso Sempione, accanto al socio Roberto Castoldi  – io non ho mai fatto il tifo perchè la Pro Patria potesse fare la fine del nostro storico Legnano. Che stiano pure lì dove sono i bustocchi. Noi andremo a riprenderli e a batterli in campo e… fuori. Sì, anche fuori, come facevano i nostri nonni, in quel sano confronto tra tifosi che ancora oggi ricordiamo con tanta nostalgia sportiva». Come dire, il vecchio DNA del capo-ultras non va mai perso.

Intanto, però, domenica c'è da fare i conti con l'Arconatese: «Se penso che dovrò vedermela con due miei beniamini, come Livieri e Zanardo, mi vengono i brividi!», è il saluto di Alessandro Cerri, accompagnato da un sorriso che tutti noi, amici da anni, conosciamo e che lo distingue sempre, anche in diversi momenti che avrebbero fatto passare davvero la voglia di essere positivo.

In bocca al lupo anche da parte nostra, mister!

marco tajé (immagini di luigi frigo)

Redazione
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Pubblicato il 15 Marzo 2014
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