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Don Colmegna a Legnanonews: “Accoglienza è relazione”

Mercoledì 28 gennaio, il presidente della Casa della carità di Milano sarà al Centro parrocchiale di San Magno - Alcune anticipazioni alla nostra testata...

Quella dell’invasione di migranti è un’immagine ormai consolidata nel nostro Paese. É sostenuta da certe logiche dei mass media, dalla convenienza di alcuni partiti politici e dall’oggettivo aumento, tra la fine del 2013 e il 2014, degli sbarchi al Sud e dei salvataggi della nostra Marina. Il rischio, però, è che si ragioni di pancia e non di testa, si lasci spazio ai sentimenti, di chiusura o pietismo, e non ci si affidi ai dati. Che invece parlano chiaro”.

Parte da queste premesse don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità di Milano, nella foto a destra con il cardinale Scola, per spiegare a Legnanonews perché ha accettato volentieri di venire mercoledì 28 gennaio a Legnano (ore 21, Centro parrocchiale, piazza San Magno) per affrontare il tema dell’accoglienza.

Invitato dall’Azione cattolica e dal Decanato, il sacerdote, noto per l’impegno accanto agli arcivescovi di Milano sul versante della Caritas e della solidarietà, affronterà l’argomento tenendo un “orizzonte ampio”, che toccherà il dialogo interculturale, le normative, ma anche la predisposizione umana e spirituale verso l’altro, chiunque esso sia, l’amico, il vicino di casa, chi si trova nel bisogno.

Tornando ai dati, Colmegna afferma: “L’Italia, oggi, è soprattutto un Paese di transito. Pur avendo meritoriamente salvato dalla morte nel Mediterraneo centinaia di migliaia di persone grazie all’operazione Mare Nostrum, nel 2013, l’Italia ha ricevuto 27mila richieste di asilo”, mentre sono state circa 50mila nel 2014.

Solo per fare un paragone – afferma ancora –, la Germania nel 2013 ha ricevuto più di 120mila domande, con una popolazione di 80 milioni di abitanti, la Svezia, che ha 9,5 milioni di abitanti, 55mila richieste”.

“Questo per fare chiarezza, non certo per sminuire la questione immigrazione e i disagi che, in alcuni casi, politiche sbagliate creano ai migranti stessi e alla popolazione, soprattutto in certe zone periferiche delle nostre città. Il punto quindi è che, non essendo di fronte a un’invasione, bisogna fare del nostro meglio per governare questo fenomeno strutturale, garantendo a tutti gli stessi diritti. E per farlo, sono tante le direzioni nelle quali possiamo muoverci, ma due credo siano prioritarie”.

Il presidente della Casa della carità, Fondazione creata con il sostegno della Diocesi di Milano, a questo punto specifica: “Anzitutto il regolamento europeo di Dublino che regola l’asilo e costringe i richiedenti asilo a fermarsi nel Paese d’arrivo va rivisto. I nostri politici, e anche il Governo, se ne sono spesso lamentati in modo strumentale, ma poi hanno fatto poco di concreto. E il semestre italiano di presidenza Ue è stato, se lo si guarda in quest'ottica, un’occasione persa. Infine, le nostre leggi. A regolare l’immigrazione, a volte ce lo si dimentica, c’è ancora una legge chiamata Bossi-Fini. É una norma anacronistica, demagogica, che crea illegalità e che non favorisce una reale inclusione dei migranti. Le proposte per cambiarla esistono. È ora di prenderla in considerazione con urgenza. Se verranno riformate con lungimiranza, a beneficiarne saranno l'accoglienza dei nuovi arrivati, l'inclusione di chi decide di fermarsi e la coesione sociale dell'intera società”.

Il 28 gennaio si discuterà quindi di “accoglienza”, uno dei quattro termini indicati dall’Azione cattolica per riflettere sulla “speranza” (gli altri termini sono giustizia, corresponsabilità e gratitudine). E a proposito di accoglienza, proprio lo Statuto della Casa della carità dà una chiave di lettura su cui tornerà don Colmegna: “Il principio che ci guida è accogliere i nostri ospiti e stabilire con loro una relazione”.

Redazione
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Pubblicato il 24 Gennaio 2015
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