NELLA MANIFATTURA UN POLO DI ECCELLENZA PER LA BIOEDILIZIA
E' questo il progetto della proprietà per il recupero dell'archeologia industriale: "Chi vorrà costruirci un centro commerciale dovrà vedersela con me e con la mia determinazione"...
Quale futuro per la Manifattura Cittadina? L'imponente fabbrica, colosso dell'operosità tessile per oltre un secolo, può ancora assumere un ruolo importante per la città di Legnano. Ne è convinta la titolare, Claudia Roncoroni, determinata a dare nuova vita a quello che fu il tempio del lavoro senza perderne le tracce storiche che lo caratterizzano.
DA MAIFATTURIERO A INCUBATORE DI PROFESSIONISTI PER LA BIOEDILIZIA.
Tornare alla produzione industriale è impossibile. Ed ecco allora spuntare il progetto, affidato allo Studio Bosetti Design, che ha tra i suoi obiettivi quello di mantenere intatta l'archeologia industriale per realizzare al suo interno un incubatore di professionisti e di imprese al servizio di chi opera nel settore della bioedilizia: "Penso a un polo di eccellenza – spiega il designer Francesco Bosetti – che potrebbe dare dare lavoro ad un buon numero di persone. L'esigenza da parte dei professionisti c'è; qui potrebbero lavorare in co-working a servizio delle aziende del settore con spazi espositivi permanenti. Un incubatore in grado di generare cultura e tecnologia".
Questo nella parte più antica, Il blocco centrale in mattoni rossi (circa 12mila metri quadri calpestabili), per intenderci. La Ciminiera, l'ultima rimasta in città, rimarrebbe intatta. Verrebbero invece abbattuti i capannoni di nuova fattura che insistono su una superficie di 13mila metri quadri, su un totale di 42mila. Qui si immagina l'edificazione di palazzine eco-sostenibili integrate al resto del progetto. Rimarrebbe poi la sede di rappresentanza nella zona degli uffici e il convitto del '700 per le quali s’immaginano utilizzatori di prestigio che diano lustro alla città di Legnano. Dalla loro parte sembra esserci anche il consenso popolare, considerata la grande partecipazione alle visite guidate organizzate all'interno della manifattura anche nella giornata di ieri.
LA MANIFATTURA NON SARA' ABBATTUTA
Un patrimonio culturale e architettonico, insomma, che non può andare perso. "Chi vorrà abbatterlo o costruirci un centro commerciale dovrà vedersela con me e con la mia determinazione". Claudia Roncoroni, figlia di Achille Roncoroni, lo storico presidente morto all'età di 83 anni, ha preso le redini dell'impresa di famiglia nel 2003 quando ormai il declino era inevitabile. Troppi i debiti e la concorrenza spietata all'estero. "Mio padre non ha mai voluto delocalizzare", spiega la figlia che in quegli anni è stata costretta a chiudere le filiali meno redditizie – la Manifattura aveva 10 fabbriche di filatura in Italia con 1.500 dipendenti – ad avviare la cassa integrazione e a ridurre la produzione fino a quando nel 2008 è stato accolto il concordato preventivo con cessione di beni (ramo d’azienda) in Tribunale. "I creditori privilegiati sono stati pagati, per il resto diventerà molto dalla valorizzazione dell'area e dalla sostenibilità del progetto di recupero", spiega la titolare. L'obiettivo sarà quello di coinvolgere una cordata di imprenditori coinvolgendo anche le associazioni di categoria che credono nel progetto.
Il COMUNE E LA TUTELA DEI BENI CULTURALI
Se la precedente amministrazione "non sembrava essere interessata a tutelare l'archeologia industriale", Claudia Roncoroni ha trovato nel sindaco Alberto Centinaio un ottimo interlocutore: "Questo stabile è un pezzo di storia, un bene della città. Abbattere tutto questo sarebbe un delitto", torna a ripetere la donna. Al momento però l'area non è tutelata; da industriale è stata vincolata dalla precedente amministrazione, per il 30 % a edificabile e per la parte restante a terziario, ma ora ci potrebbero essere ulteriori modifiche nel Pgt. L'obiettivo è quindi quello di ottenere la tutela dei beni culturali con l'aiuto anche del Politecnico di Milano e dei suoi studenti
Il recupero della Manifattura in passato è stato anche oggetto di una tesi di Laurea da parte di due studentesse legnanesi: il loro progetto prevede la trasformazione d'uso dello stabile da fabbrica a museo del tessile, della moda e dell'arte contemporanea, con la presenza di atelier, show room, ristoranti e negozi. Qui l'articolo
valeria arini
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