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1.200 km in bici: due parabiaghesi alla Paris Brest Paris

Insieme, i compagni di avventure, sono riusciti a tagliare il traguardo della regina delle randonnée...

Nella fotografia Mino Repossini e Paolo Mancini


Anche dal legnanese per correre alla Paris Brest Paris. I due temerari sono i  parabiaghesi Mino Repossini (di San Lorenzo) e Paolo Mancini (di Villastanza). Insieme, i compagni di avventure, sono riusciti a tagliare il traguardo della regina delle randonnée percorrendo, entro il tempo massimo di 90 ore, 1.230 chilometri no stop.

I due ciclisti corrono, rispettivamente, per la società ciclistica Busto Garolfo e per la US Nervianese 1919. Per loro, un risultato importante, considerata la lunghezza e la durezza della prova, che si ripete una volta ogni quattro anni. 

«Vista la lunghezza e la durezza, queste prove non si possono considerare delle passeggiate – spiega Repossini – E' necessario essere preparati e attrezzati. Il cronometro non si ferma mai e bisogna pedalare giorno e notte, alternando qualche ora di riposo in funzione della propria velocità e possibilità». 

Pochissime le ore di riposo che possono essere gestite in diversi modi: «I più organizzati – racconta il parabiaghese – riescono a fare soste brevi negli alberghi sul percorso, ma bisogna saper valutare molto bene i tempi di percorrenza personali; l'organizzazione mette a disposizione dei dormitori (materassini in palestre), dove si può riposare un po', ma ho visto, tuttavia, centinaia di ciclisti dormire per terra a bordo strada».

Mino Repossini ha una certa esperienza in queste avventure, avendo partecipato a molte randonneè: la Parigi Brest del 2011, la 1001 Miglia (di Nerviano), la Londra Edimburgo Londra e molte altre ancora. Ha partecipato anche a diverse Ultracycling, che al contrario delle randonnèe sono agonistiche: alla Swiss Cycling Marathon 2014 ha ottenuto la qualificazione per la RAAM (Race Across America), e ha partecipato anche alla Ultracycling Dolomitica, una delle gare più dure del mondo (600km, 15 passi dolomitici in stretta sequenza per 15.000 metri di dislivello). Quest'anno è arrivato quarto alla "12 ore di Monza" sull'autodromo omonimo.

La Paris Brest Paris è però unica nel suo genere. «Forse perché è nata nel lontano 1891 – racconta –  la manifestazione è un autentico avvenimento in terra bretone: le famiglie si accampano a bordo strada per vedere i ciclisti, i ragazzini ti battono il cinque, le donne allestiscono piccoli ristori fai da te; gli anziani ti mandano un "bon courage", i giovani ti incitano e le auto ti rispettano. E' una dimostrazione di amore per questo sport e di grande civiltà».

All'edizione del 2015 hanno partecipato 5.800 ciclisti da tutto il mondo, che si sono dati appuntamento a Parigi a bordo dei mezzi più disparati: bici da corsa, reclinate, siluri, bici d'epoca, Brompton, mezzi tipo step. Solo 1.200 non sono riusciti a stare nel tempo massimo delle 90 ore e si sono ritirati. La nazionale italiana era formata da 322 atleti, tra uomini e donne ed è stata la quarta compagine più numerosa (dietro Francia, Stati Uniti e Germania).

Mino Repossini l'ha finita in 69 ore arrivando 891 esimo assoluto, anche se la classifica serve solo come soddisfazione personale.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Settembre 2015
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