Cattedre vacanti e precariato nella scuola: 200 posti scoperti nel Legnanese
Tra i posti vacanti, 80 sono sul sostegno. I numeri, come denuncia il sindacalista delle Cgil Scuola Pippo Frisone, destinati ad aumentare

Il mondo della scuola, non solo a livello nazionale, ma anche locale, si trova ancora una volta a fare i conti con problemi come la carenza di docenti, il precariato diffuso e l’aumento dei bisogni educativi speciali. Dopo le operazioni di mobilità per l’anno scolastico 2025-26, restano migliaia di cattedre scoperte su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nella provincia di Milano. Una situazione che, come evidenza il sindacalista Pippo Frisone Flc Cgil Legnano, evidenzia le criticità strutturali del sistema scolastico, aggravate da anni di politiche frammentarie e interventi inefficaci. Il sindacalista tracciando un bilancio segnala anche che per la prima volta i posti vacanti di sostegno superano nella primaria i posti comuni: «Dopo i trasferimenti e i passaggi dei docenti per l’anno scolastico 2025-26 rimangono a livello nazionale 52.460 cattedre vacanti e disponibili, di cui, 2.411 nell’infanzia, 11.016 nella primaria, 8.149 nelle medie, 16.489 nelle superiori e 14.395 su posti di sostegno circa il 10% di tutti i posti vacanti ancora una volta si concentra nella provincia di Milano. Sono 254 i posti dell’Infanzia, 1.167 della primaria, 500 delle medie, 846 delle superiori. Ai suddetti posti comuni vanno sommati 1.841 posti di sostegno. Per la prima volta i posti vacanti di sostegno superano nella primaria i posti comuni, a riprova della crescita esponenziale dei disabili negli ultimi anni. Nello stesso tempo il calo demografico, in costante crescita, fa le prime vittime nella secondaria superiore: sono 7 gli esuberi, 5 di litri Latino e Greco e 2 di Disegno Artistico».
Nel Legnanese si prevedono circa 200 posti vacanti, 80 sul sostegno: numeri destinati ad aumentare. «Nel Legnanese (distretto 69) si prevedono circa 200 posti vacanti, di cui almeno 80 sul Sostegno. Tali posti son destinati ad aumentare fin quasi al raddoppio, dopo le operazioni sull’organico di fatto ed in particolare, dopo le assegnazioni provvisorie fuori provincia e a seguito dell’aumento dei posti in deroga sul sostegno. Intanto, dopo la mobilità si procederà alla copertura di tutti i posti accantonati e ancora scoperti dei concorsi PNRR del 2023 e del 2024. Seguiranno le operazioni di utilizzo e assegnazioni provvisorie, ultime operazioni del personale di ruolo, per finire con la sistemazione del personale precario, supplente annuale e al 30 giugno, dalle GAE e dalle GPS. Non saranno i quasi diecimila precari delle scorso anno ma sicuramente la provincia di Milano continuerà ad essere la capitale del precariato anche nell’associazione 25-26».
Come segnala il sindacalista si parla ormai di un precariato oramai cronico nella Scuola italiana che, dopo numerose diffide, ha costretto la Commissione europea di deferire l’Italia, l’ultima volta nell’aprile del 2023, alla Corte di Giustizia UE per «abuso di contratti a termine e discriminazione salariale. Nemmeno i concorsi del PNRR del 2023 e 2024, voluti fortemente da questo governo, né il decreto salva-infrazioni che aumenta gli indennizzi sugli abusi di contratti a termine, si sono dimostrate misure capaci di bloccare il fenomeno del precariato. In pratica, oggi in Italia, un docente su quattro è precario e più in generale, comprendendo tutti i settori lavorativi, mettono su questo tema il nostro Paese tra i primissimi posti in Europa. Precariato che i quattro Referendum sul lavoro del 8-9 giugno provano, pur se a fatica, a mettere al centro del dibattito politico, cercando di dare le prime risposte, comprese quelle sulla partecipazione e la tenuta democratica del nostro Paese, sempre più deluso dalla politica e orientato verso l’astensionismo. Un’occasione, quella dei referendum, per una rigenerativa e sana inversione di rotta».
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