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Il bullismo spiegato agli adolescenti delle Melzi

A presentare la conferenza gli avvocati Paola Ziglio e Sandro Cannalire...

Si è tenuto martedì 24 gennaio all’Istituto Barbara Melzi di Legnano l’incontro “Cyberbullismo: rilevanza giuridica e dimensione etica”. A presentare la conferenza, di fronte ai giovani studenti delle superiori, gli avvocati Paola Ziglio e Sandro Cannalire.

«Vorremmo che i giovani comprendano appieno le radici del bullismo, in particolare quello online, conoscendo i vincoli che la legge impone e le motivazioni che spingono un individuo a mettere in atto tali comportamenti»: così ha introdotto l’incontro il professore di diritto della scuola Gabriele Trunzo.

«Sono molti i casi di bullismo registrati negli ultimi anni. È importante che i giovani capiscano cosa è lecito fare e cosa non lo è, poiché questo fenomeno è molto comune soprattutto in età adolescenziale – ha spiegato l’avvocato Sandro Cannalire -. Gli atteggiamenti aggressivi infatti sono spesso frutto di un disequilibrio interno, dovuto alla mancanza di attenzioni. Il bullo mette dunque in atto comportamenti destabilizzanti per cercare conferme e approvazione nei pari. È dunque di fondamentale importanza l’intervento di docenti o coetanei, che possano aiutare il ragazzo a ritrovare la sua identità e riconoscere le proprie qualità, decisamente più nobili rispetto alla forza fisica imposta contro i più deboli».

«Un'educazione alla convivenza – ha continuato l’avvocato Cannalire -, deve quindi iniziare dagli studenti. Queste forme di violenza infatti hanno spesso sede negli ambiti scolastici, luogo principale dell’incontro tra i giovani. Spesso il bullo non si muove da solo ma è affiancato da un gruppo che può essere definito “branco”. I suoi membri rappresentano la linfa vitale del soggetto violento. Le ragioni che possono spingere un giovane a divenire un gregario sono molte. La più comune è quella della fragilità che porta i giovani a cercare una figura di sostegno che li capeggi. Vittime e bulli ci sono sempre stati, a cambiare sono le modalità dell’aggressione. Oggi infatti è molto comune il fenomeno del bullismo elettronico, con cui si aggredisce intenzionalmente e ripetutamente in rete. È molto più facile infatti ferire una persona online poiché non la si guarda direttamente in faccia, ma tutto avviene dietro uno schermo. È molto importante ricordare che gli atti persecutori eseguiti con un strumento elettronico costituiscono un reato aggravato e che al di sopra dei 14 anni il soggetto è legalmente imputabile».

«È inoltre da ricordare – ha aggiunto l’avvocato Paola Ziglioche rispetto al passato, il bullismo elettronico produce degli effetti permanenti. Rimarrà sempre una traccia di ciò che si condivide e si pubblica sui social, perciò è molto importante essere cauti e attenti. In molti casi infatti, questo tipo di bullismo diviene anche un’arma di ricatto nei confronti della vittima che inconsciamente ha inviato qualcosa di intimo ad un altro soggetto. Il mio consiglio – ha concluso Ziglio – è quello di valutare scrupolosamente ciò che si sta rendendo pubblico e in caso di difficoltà chiedere aiuto a persone adulte, con più esperienza. Spesso infatti è proprio la mancanza di fiducia che porta le vittime a rinchiudersi e subire silenziosamente le ripercussioni».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Gennaio 2017
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