Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Legnano “rifioriscono” con il “Germoglio di Bianca”
"Il Germoglio di Bianca", promosso in ricordo di Bianca Ballabio, ha regalato al reparto due letti di ultima generazione per travaglio e parto, due nuovi ecografi e quattro docce per l'analgesia naturale
La vita di Bianca Ballabio, giovane studentessa di Medicina di Legnano, si è spenta sull’asfalto della Statale del Sempione cinque anni fa, in una giornata come tante di uno sprazzo di estate anomalo tra un’ondata e l’altra della pandemia. Il suo ricordo, però, è più vivo che mai. Soprattutto tra le corsie dell’Ospedale di Legnano, soprattutto tra una camera e l’altra del reparto di Ginecologia e Ostetrica.
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È lì, infatti, che “Il Germoglio di Bianca”, il progetto avviato nel 2021 in memoria della 20enne, è letteralmente fiorito, regalando alla struttura ospedaliera due letti di ultima generazione per travaglio e parto, due nuovi ecografi in grado di monitorare simultaneamente il battito di mamma e feto e quattro docce per l’analgesia naturale: tutti strumenti di primissimo livello che «fanno la differenza», come ha sottolineato il dott. Francesco Pantano, arrivati in via Papa Giovanni Paolo II negli anni del “boom” del reparto, che quest’anno per il secondo anno consecutivo ha superato quota mille nuovi nati. E proprio la nascita numero mille – nel frattempo il totale è salito a 1.054 – ha in qualche modo chiuso metaforicamente il cerchio del progetto: a dare alla luce il millesimo nato del 2025 all’Ospedale di Legnano, infatti, è stata una cara amica di Bianca Ballabio.
Motore del “Germoglio di Bianca”, che ha dato vita a progetti per un totale di 250mila euro, in questi anni sono stati, insieme all’ASST Ovest Milanese, la Fondazione Bianca Ballabio, creata nel 2021 dai genitori della ragazza, Massimo e Michela, e da allora fucina di progetti dedicati all’ambito medico in memoria della 20enne, la Fondazione Quattro Ospedali, il Lions Club Legnano Host, il Lions Club Legnano Castello Le Robinie e il Lions Club Legnano Carroccio.

«Non abbiamo tentennato un secondo ad aderire a questo progetto perché ci è piaciuta l’idea di reagire ad una tragedia lavorando a qualcosa che rappresenta l’esatto opposto – ha spiegato il padre di Bianca Ballabio -. Il “Germoglio di Bianca” ha sicuramente un valore simbolico molto importante: è un germoglio che cresce, e vedere che si ottengono risultati importanti da quello che si fa è veramente qualcosa che arricchisce».
Risultati che sono arrivati grazie ad un lavoro di rete, e che anche per questo sono un valore aggiunto per l’ospedale. «Questa collaborazione ci ha permesso di fare un percorso importante – ha sottolineato il direttore generale dell’ASST Ovest Milanese Francesco Laurelli -. Abbiamo sempre bisogno della vicinanza della comunità in tutte le sue articolazioni, non solo in termini economici ma anche per la compartecipazione nella costruzione dei progetti. Con queste donazioni possiamo offrire servizi sempre migliori e aggiornati ai nostri pazienti».

«Bianca ci sta aiutando moltissimo – ha aggiunto Eugenio Vignati, direttore medico degli Ospedali di Legnano e Cuggiono -: il patrimonio di papà Massimo e mamma Michela è diventato patrimonio del sistema sanitario nazionale, e si tratta di un patrimonio non solo economico ma anche culturale grazie al quale abbiamo potuto realizzare cose bellissime soprattutto per quanto riguarda l’umanizzazione di un’unità operativa molto delicata e toccare con mano cosa voglia dire migliorarsi giorno dopo giorno. I risultati del “Germoglio di Bianca” si vedono e ci danno la certezza che, al di là delle parole, il sistema che abbiamo creato grazie alla spinta di Bianca funziona».
Insieme alla strumentazione medica, il “Germoglio di Bianca” ha portato al reparto di Ginecologia e Ostetrica dell’Ospedale di Legnano anche una nuova pennellata di colore: quella dipinta sulle pareti dai ragazzi del Liceo Artistico Dell’Acqua di Legnano, che hanno ideato il logo e la grafica dell’iniziativa con la regia dell’ormai ex studente Luca Riva. «Teniamo molto a fare del nostro liceo il cuore pulsante della comunità – ha sottolineato Fabrizio Paolini, docente dell’istituto scolastico -, non soltanto dal punto di vista squisitamente pittorico-estetico ma che anche dal punto di vista culturale: è questo il vero senso della scuola ed è quello che ci piace fare». «Non possiamo che ringraziare i genitori di Bianca per la testimonianza che ci danno – ha aggiunto, commosso, il dirigente scolastico Emanuele Giordano -. Grazie al coraggio che hanno avuto nel gestire il loro dolore, è stato possibile portare speranza in un mondo che apparentemente non ne ha».














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