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Non piace ai medici internisti la riforma della Regione Lombardia per il Pronto Soccorso

Euforia eccessiva da parte della Regione oppure criticità esagerate quelle dei medici internisti, i più adatti, comunque, a una analisi, perchè in reparto e in corsia tutti i giorni?

Generica 2020

La delibera approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso, per riordinare strutture, attività e ruoli del personale medico nell’ambito della rete emergenza urgenza ospedaliera, non piace ai medici internisti.

Con una lettera inviata al governatore lombardo Attilio Fontana e allo stesso assessore Bertolaso, esprimono sia “il rammarico per non essere stati consultati in fase di elaborazione del piano di riordino”, sia i timori legati ai contenuti del provvedimento, che presenta “criticità sostanziali” per gli ospedali, per i medici e per gli stessi pazienti. La riforma, infatti, non solo potrebbe non dare “un reale vantaggio”, ma addirittura far correre rischi.

Le sezioni lombarde di Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) e Simi (Società italiana di medicina interna) esprimono “un tentativo costruttivo di partecipare alla discussione e alla condivisione di un percorso realmente sostenibile, che ci vede in prima linea nella gestione delle attività ospedaliere insieme ai colleghi urgentisti e delle altre specialità, ma che deve necessariamente essere affrontato in maniera sistemica, mettendo prioritariamente il paziente al centro del processo di cura”.

La Regione Lombardia cambia l’organizzazione del Pronto Soccorso, si ridurranno le attese?

Sono diverse le osservazioni che vengono evidenziate. Tra queste:

  • L’indisponibilità di posti letto nelle degenze ospedaliere non è giustificazione sufficiente a impedire l’immediato ricovero del paziente da parte del medico del Dipartimento di emergenza-urgenza/Ps.
  • Un maggior numero di posti letto a disposizione del Ps è fondamentale. Tuttavia  dal momento che non è previsto alcun incremento del numero di letti accreditati complessivi, ma solo una redistribuzione, ciò si accompagnerebbe verosimilmente a una riduzione dei letti
  • Nella ‘gestione della guardia medica/chirurgica interdivisionale’ non è chiaro se tale gestione sia in sostituzione delle attuali guardie interdivisionali, in carico agli specialisti dei vari reparti di degenza, oppure in aggiunta
  • Il problema delle risorse umane sembrerebbe rappresentare al momento il vero ostacolo difficilmente sormontabile nell’attuazione del piano di riordino. Le molteplici mansioni del medico urgentista che si vanno a configurare prevedono un enorme aumento delle risorse per le unità operative complesse di Pronto soccorso-Medicina d’urgenza, già oggi in estrema sofferenza e dipendenti da contributi esterni, che pare, almeno per i prossimi 5 anni, assolutamente irrealizzabile
  • Quale figura medica deve farsi carico dei Codici minori? Nel 2022 i Codici minori hanno rappresentato il 76,8 % di tutti gli accessi nei Ps della Lombardia. Partendo da questo dato, pare inverosimile che i medici di continuità assistenziale possano prendersi un carico così poderoso

Quindi, una riforma che aiuterà l’utente del Pronto Soccorso a usufruire di tempi d’attesa più brevi oppure tale da creare più problemi e rischi? Euforia eccessiva da parte della Regione? Criticità esagerate quelle dei medici internisti, i più adatti, comunque, a una analisi, perchè in reparto e in corsia tutti i giorni?

Redazione
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Pubblicato il 17 Agosto 2023
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