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Covid-19: ogni giorno solo 4 medici per l’assistenza a domicilio del malati dell’Ovest Milanese

La USCA per Legnanese, Abbiatense e Magentino ha sede a Parabiago e offre respiro ai medici di medicina generale e ai pediatra di libera scelta

tamponi drive-in Legnano

Un’unica Unità Speciale di Continuità Assistenziale, più nota come USCA, per tutto il territorio dell’Asst Ovest Milanese (Legnanese, Magentino e Abbiatense). Ogni giorno 4 medici gestiscono il servizio, che ha sede a Parabiago, garantendo l’assistenza a domicilio dei malati di Covid-19 a sostegno dei medici di base. Altre due sedi Usca sono attive a Corsico e a Bollate per il Rhodense.  «L’attivazione dell’USCA avviene su richiesta del medico di famiglia – spiegano dall’ATS – attraverso la nostra centrale operativa, che monitora le necessità e provvede, nel caso, a richiedere l’aumento dei medici in turno». I malati di coronavirus oltre alle USCA hanno a disposizione anche il portale con informazioni e indicazioni “Milano Cor” e le centrali di telesorveglianza che a partire da lunedì 2 novembre saranno potenziate e arriveranno a seguire a distanza 900 pazienti al giorno.

Servizi che provano ad arginare le difficoltà che sta vivendo il sistema sanitario territoriale in questa nuova fase di emergenza. Se da un lato l’Ospedale di Legnano infatti si dichiara pronto ad affrontare la seconda ondata, dall’altro i medici di medicina generale, alle prese con le attività ambulatoriali e le richieste di chi sta a casa in attesa di un tampone o di un’indicazione sul suo stato di salute, lamentano di esser stati abbandonati a loro stessi esattamente come era già successo nel mese di marzo.

Le criticità di un sistema sotto stress sono state toccate con mano anche dai soccorritori legnanesi che vedono di nuovo crescere le richieste di intervento per Covid-19 che li portano ad entrare nelle case degli ammalati e delle persone più fragili. Si scoprono così famiglie che si sono messe in isolamento preventivo in autonomia, in attesa di riuscire a contattare il proprio medico curante che risulta irreperibile perché alle prese con visite o certificazioni. Altri, invece, segnalano di avere difficoltà a contattare l’Ats o il numero verde e, nel dubbio, sentendosi poco bene chiedono aiuto al 118. «In questo momento il problema non è negli ospedali ma sul territorio – sottolineano alcuni soccorritori di Croce Rossa e Croce Bianca -: è lì che c’è il caos».

Nel Legnanese sono tante le persone preoccupate perché non riescono ad ottenere risposte sul loro stato di salute. Come Luca (nome di fantasia) che in queste ore è allettato a casa sua, con la febbre e il dubbio di aver aver contratto il Covid-19.  Il legnanese preferisce restare anonimo, anche perché la sua condizione «è comune a tante altre persone ed è lampante che qualcosa non stia funzionando». Il suo medico non ha effettuato la visita a domicilio e Luca sta aspettando con ansia di poter fare il tampone. «Ho provato la via privata per effettuare il tampone, ma attualmente tutti i laboratori sono subissati di richieste. I tempi per effettuare il tampone non sono per nulla rapidi e una persona come me che ha sintomi per il momento contenuti potrebbe nel frattempo sviluppare la malattia in maniera seria. Si rischia di scoprire la propria positività con il ricovero in ospedale che ha già posti letto limitati. Evidentemente in questi quattro mesi di tregua il sistema sanitario non è stato sufficientemente potenziato».

Anche i medici di medicina generale, dal loro canto, spiegano di trovarsi in difficoltà: «Abbiamo l’ambulatorio da mandare avanti con pazienti che ogni giorno bussano alla nostra porta, certificati e ricette mediche. In questo contesto – spiega uno di loro – dove mancano indicazioni dall’alto per un’organizzazione complessiva, non sempre riusciamo a dare risposte a chi ci chiama da casa».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Ottobre 2020
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