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Bambini e pipì a letto, un disturbo da non sottovalutare

I consigli e le terapie del dott. Antonio D'Alessio, chirurgo urologo di pediatria - Il disturbo porterebbe negli anni i bambini ad avere poca autostima di se stessi

Smart News Salute torna nel reparto di pediatria per parlare di enuresi insieme al dott. Antonio D'Alessio, chirurgo urologo di pediatria e responsabile dell'unità operativa complessa di chirurgia pediatrica all'ospedale di Legnano. 

«L'enuresi significa fare la pipì in un modo e in un tempo inappropriato nel letto – spiega il dottore –. Il bambino fa la pipì nel letto, non se ne accorge minimamente e non è risvegliato dal bagnato. Noi prendiamo in considerazione questo disturbo a partire dai 5-6 anni di età perchè la continenza urinaria avviene intorno ai 3 anni. Se dai 3 ai 6 anni il bambino non è in grado di rimanere asciutto di giorno e di notte, o solo di notte, ovviamente va preso in considerazione, perchè tutti i meccanismi che portano alla continenza si sarebbero dovuti sviluppare e, se questo non è avvenuto, c'è qualcosa che non funziona».

Circa il 10-15% dei bambini "soffre" di enuresi tra i 6 e gli 8 anni e, di questi, il 20% ha anche problemi minzionari diurni. Si tratta di un disturbo che «colpisce tutte le classi di bambini e spesso è poco conosciuto. Le cause sono essenzialmente 4: la familiarità, ma anche il sesso maschile. Vi è poi un problema di sonno (le fasi profonde sono più lunghe del normale), una diminuita capacità della vescica oppure una diminuità capacità di concentrare le urine di notte da parte dei reni». 

«L'enuresi non è un disturbo psicologico, ma li crea – continua il dottor D'Alessio – perchè riduce fortemente l'autostima del bambino e ancora più dell'adolescente. Non è assolutamente vero che l'adolescenza porta alla risoluzione spontanea del problema. Per prendere in considerazione il bambino dobbiamo studiarne il diario minzionale perchè dobbiamo sapere le abitudini minzionali del bambino, come si comporta la sua vescica, quanto beve».

Importanti poi sono i consigli comportamenti come: fare la pipì ogni due ore, non bere troppo la sera, non mangiare troppi alimenti con il calcio la sera e non bere il latte. E poi bere tanto soprattutto di giorno, possibilmente acqua minerale con basso residuo di sodio e di calcio.

Se la situazione non migliora si possono prendere in considerazione terapie farmacologiche per curare la vescica, oppure per migliorare la concentrazione delle urine. Esistono anche terapie non farmacolgiche, ma comportamentali, come l'utilizzo dell'allarme notturno: «Si tratta di un metodo di condizionamento che usa slip con sensori collegati ad un transistor e poi ad una sirena. Quando si bagnano le mutandine, la sirena suona e, sotto l'aiuto costante dei genitori, questo metodo può condizionare il bambino a non bagnare più. E' un metodo che va seguito dallo specialista perchè non si può applicare in tutti casi ma solo nei bambini sopra gli 8 anni e che bagnano una volta a notte». Si tratta di un metodo abbastanza utilizzato, anche se «noi cerchiamo di risolvere il problema prima degli 8 anni di età».

Redazione
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Pubblicato il 31 Maggio 2018
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