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Elezioni Quirinale, Alfieri: “L’identikit del prossimo Presidente deve passare da un metodo”

A una settimana dall'avvio del voto per il tredicesimo Presidente della Repubblica pubblichiamo la seconda uscita del diario del senatore Alessandro Alfieri

alessandro alfieri

Il weekend appena passato ha visto incontri di coalizione e di partito, che sono serviti a fare il punto della situazione o a stabilire un metodo di lavoro. È il caso del mio partito, che ha affidato la delega ad esplorare le soluzioni possibili al Segretario e alle capogruppo al Senato e alla Camera.

Il centrodestra rimane apparentemente ancorato alla figura del suo capo storico, Silvio Berlusconi. Lo fa cesellando un comunicato che trasmette precarietà nelle reali convinzioni dei leader che dovrebbero sostenerlo. Viene inserito addirittura la non modifica della legge elettorale come condizione della Meloni per stare in partita. A dimostrazione che lo spazio per cambiare la legge elettorale in parlamento non è più così impraticabile.

Il Partito Democratico ha bollato come irricevibile l’ipotesi Berlusconi e ha rilanciato con una proposta di metodo: scegliere insieme alle forze di maggioranza il futuro Presidente e contemporaneamente sancire un patto di legislatura che possa garantire la continuità dell’azione di governo in una fase ancora di emergenza per il nostro Paese. Io stesso sono intervenuto nella riunione di sabato in rappresentanza di più di 50 grandi elettori. Ho rimarcato la necessità di avere un pd compatto per giocare una partita in cui abbiamo solo il 15% dei voti disponibili. Non c’è spazio per i distinguo all’esterno.

Ho provato a tracciare l’identikit: una persona di alto profilo, pro Europa, che sappia incarnare l’unita nazionale e garantisca la coesione sociale. Una figura che stia nel solco arato da Sergio Mattarella che non smetteremo mai di ringraziare. Non quindi una figura di parte, divisiva, come quella di colui che per un quarto di secolo è stato padre padrone del centrodestra. Un paese che oggi ha conquistato una credibilità senza precedenti grazie agli attuali vertici istituzionali, come può permettersi un passaggio brusco dalla coppia Mattarella Draghi a Berlusconi? Se lo chiedono le cancellerie europee e i principali media internazionali. Se lo chiedono in tanti e con diverse idee politiche anche nel nostro Paese.

Ecco perché vanno messe in campo tutte le iniziative per superare lo stallo. Prima il metodo: ricerca del consenso largo partendo dalle forze di maggioranza; e poi i nomi.

Ma quali sono i nomi che propone il centrosinistra? In molti me lo chiedono. Impossibile fare nomi in questa fase perché i nostri desiderata si scontrano con i rapporti di forza e con variabili e criticità che non possiamo controllare. Tuttavia, è possibile delineare delle ipotesi che potranno crescere e concretizzarsi al maturare di determinate condizioni. E se dovessi limitarmi al campo democratico, potrei provare a sintetizzarle così.

1. Sergio Mattarella: la maggior parte dell’opinione pubblica lo auspica, figurarci noi… (se dovessero maturare più avanti le condizioni… per ora non le vedo soprattutto per la sua indisponibilità e per l’arroccamento del centrodestra su una candidatura di parte).
2. Un nome condiviso con le forze politiche che sostengono la maggioranza.
3. Mario Draghi: ipotesi che necessita di un contemporaneo patto dì legislatura per garantire la continuità dell’azione di governo.

Siamo a sette giorni dalla prima votazione, si inizia a fare sul serio.

Alessandro Alfieri

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Pubblicato il 17 Gennaio 2022
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