Un secco no. Il sindaco di Nerviano Massimo Cozzi non cambia idea sull'adozione del protocollo di intesa tra Comuni e Prefettura per l'accoglienza dei richiedenti asilo. «Abbiamo 12 famiglie in sfratto esecutivo a Nerviano. Prima vengono loro» la risposta del primo cittadino alla minoranza in consiglio comunale ieri sera, giovedì 29.

A voler far chiarezza sulla posizione dell'amministrazione riguardo il protocollo migranti sono state le interpellanza di Tutti per Nerviano e Gente per Nerviano. «Il senso della nostra richiesta – ha spiegato la consigliera Daniela Colombo (TpN) –, è voler avviare un ragionamento serio, aldilà delle ideologie. Il fenomeno della migrazione, a detta degli esperti, durerà anni. Non possiamo essere impreparati. Nascondere la testa sotto la sabbia non aiuta. Queste persone sono già sul territorio italiano. Il prefetto chiede uno sforzo a tutti i Comuni per poter superare una situazione di emergenza. Questi progetti sono finanziati dallo Stato centrale e riguardano anche la questione sicurezza: andare a smantellare o evitare i grandi assemblamenti di centinaia di persone aiuta a evitare situazioni spiacevoli. Se dovessimo accogliere queste persone, poi, potremmo anche valutare il loro aiuto in lavori socialmente utili o volontariato». Concorde sul non farsi trovare impreparati anche il consigliere di Nerviano in Comune Daniele Cozzi: «Nerviano è sempre stata una realtà aperta».

Attualmente Nerviano ospita quattro ragazzi attraverso la Parrocchia. Nessuno stabile di proprietà del Comune è disponibile per l'accoglienza, come confermato dal primo cittadino. A far dubitare il sindaco riguardo il protocollo sono i numeri incerti sui possibili arrivi a Nerviano e la scadenza del protocollo a dicembre 2018, con il rischio che per alcune persone non sia ancora terminato l'iter per verificare o meno lo status di profugo. «Se i migranti dovvessero arrivare – ha chiosato Cozzi – non sarà per volontà dell'amministrazione».