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Palio di Legnano

“Dettagli di Storia”: l’Ordine degli Ospitalieri nei costumi della contrada San Martino

Scopriamo il dietro le quinte dell'abito del priore conventuale realizzato dalla contrada San Martino

Generico 19 May 2025

Concludiamo il tour alla scoperta del grande lavoro delle contrade per la preparazione dei costumi della Sfilata del Palio con San Martino, che per la campagna di comunicazione “Dettagli di Storia” ha scelto di raccontare un abito tanto particolare quanto significativo per la contrada: l’abito del priore conventuale.

L’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri

L’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, da cui la contrada San Martino ha tratto le fonti per la realizzazione del costume da priore conventuale, è nato all’incirca nel 1048. «Gli Ospitalieri – hanno raccontato i referenti della sala costumi di contrada Cristiana Moretti e Luca Barlocco – nascono a Gerusalemme quasi contemporaneamente ai Templari e lo scopo principale dell’Ordine era legato alla carità, seguire i bisognosi e prestare soccorso ai pellegrini che viaggiavano in Terra Santa. Nascono quindi con uno spirito diverso da quello del cavaliere armato, ma con l’inizio del periodo delle crociate e anche loro vengono chiamati ad intervenire da un punto di vista militare».

L’ampliamento di un progetto

Per la contrada la creazione di questo abito fa parte dell’ampliamento di un progetto già iniziato. «Il progetto iniziale – ha detto Luca – era quello di sostituire i classici armati di contrada con l’Ordine degli Ospitalieri, scelta presa poiché l’Ordine è quello che si avvicina di più allo spirito di San Martino stesso. Il lavoro è stato poi ampliato con l’inserimento di tre figure: il priore conventuale, l’ospitalario e il luogotenente del gran maestro. Questi tre ruoli rappresentano le tre fasce dell’Ordine, ovvero: spiritualità, direzione degli ospedali, poiché l’ospedale nasce proprio da quest’Ordine, e l’ufficiale di comando militare».

Il progetto della sostituzione degli armati di contrada con l’Ordine degli Ospitalieri nasce nel 2009 mentre l’abito risale a 4 anni fa, sulla falsa riga di quelli realizzati in precedenza dalla contrada. «Il progetto del 2009 è stato curato da me, – ha detto Cristiana – da Luca e dalla contradaiola Daniela». Ricordiamo che tutti i progetti relativi ai costumi storici delle contrade vengono supervisionati dalla Commissione Permanente dei Costumi che si occupa di validare non solo le fonti storiche selezionate ma anche ogni step della realizzazione dell’abito, dalla scelta dei colori a quella dei tessuti e il modello.

La realizzazione e la fonte

Generico 19 May 2025

Il vestito è stato realizzato interamente in contrada dal gruppo della sala costumi e, come sappiamo, segue i canoni dell’abbigliamento dell’epoca in cui si è svolta la Battaglia di Legnano. «La croce di Amalfi, – ha detto Cristiana – essendo l’Ordine degli Ospitalieri molto legato a quella città, è riportata al centro dell’abito e sul lato sinistro del mantello».

Il costume realizzato dalla contrada San Martino richiama in tutto e per tutto le vesti indossate dai cavalieri dell’Ordine, sia per la presenza della croce a otto punte sia per i colori scelti. «La nostra fonte iconografica di riferimento – ha raccontato Cristiana – è una lastra tombale conservata nel Santuario di Santa Maria di Soverato a Bari. La lastra raffigura un cavaliere che effettivamente riporta il mantello così come è stato realizzato».

Un lavoro artigianale interamente realizzato dalle contradaiole e dai contradaioli del gruppo costumi di cui Cristiana e Luca fanno parte insieme a Stefania, Adele, Marida, Susanna, Giuliana, Elisa e Adolfina. «Dalla veste alla sopravveste, – ha detto Cristiana – fino alle croci ricamate a mano dalle nostre signore della sala costumi, che fortunatamente si sta arricchendo di componenti, è stato tutto realizzato in contrada».

La ricerca della perfezione

Negli anni all’abito si sono aggiunti alcuni dettagli in più, come il bastone, il rosario e la corda. «Cerchiamo sempre di migliorare – hanno detto Cristiana e Luca – non solo questo abito ma tutti quelli della contrada, è il particolare che fa la differenza. Ogni anno viene rivisto e aggiornato per completarlo e definirlo sempre di più».

Questo tour è stata la scoperta di storie, persone, emozioni e ricordi che si tramandano di generazione in generazione e che si celano dietro ogni abito che vediamo sfilare l’ultima domenica di maggio. Ore di lavoro e di studio che dimostrano il desiderio di mantenere viva la tradizione storica di una città.

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Pubblicato il 22 Maggio 2025
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