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Palio di Legnano

“Dettagli di Storia”: La Flora e la realizzazione del primo abito stampato

Scopriamo il dietro le quinte di uno degli abiti che più emoziona il gruppo sartoria della contrada La Flora

Contrada La Flora: l'abito della gran dama

Continuiamo a raccontare le storie che si celano dietro gli abiti della sfilata del Palio e arriviamo alla contrada La Flora, che per la campagna di comunicazione “Dettagli di Storia” ha scelto l’abito della gran dama. Un vestito particolare e che allo stesso tempo emoziona le donne di contrada perché è stato completamente realizzato tra le mura del maniero dal gruppo sartoria. «Questo è il primo abito stampato nel Palio di Legnano» ha detto Giuliana Franchi Colombo, referente del gruppo e gran dama non reggente. Domenica 25 maggio vedremo sfilare l’abito indossato da Fabiana Monticelli. «Sono orgogliosa che lo porti una gran dama» ha commentato Giuliana.

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Il gruppo sartoria

È infatti un progetto realizzato da più mani quello che vi raccontiamo oggi, a cui hanno lavorato Giuliana Franchi Colombo, Augusta Colombo, Gabriella Carnevale, Maria Grazia Busotti, Silvana Pedrini e Roberta Marenzi. «Ho la fortuna di avere tante donne che mi aiutano in sartoria – ha detto Giuliana – quindi è stato un lavoro di squadra. Realizzare le idee che si hanno in mente non è semplice, bisogna avere un gruppo di persone che sia unito per poter lavorare bene e raggiungere l’obiettivo».

La fonte

La gran dama Fabiana Monticelli desiderava un abito che fosse il più simile possibile a quello rappresentato nell’iconografia del libro “Immagini della donna nel Medioevo” di Reginé Pernaud.

La fonte iconografica dalla quale è stata tratta l’ispirazione per l’abito della gran dama rappresenta proprio la figura della donna nel Vangelo. Nella Buona Novella infatti, la figura femminile, soprattutto quella di Maria, è costantemente presente all’interno delle Sacre Scritture. «Fabiana si è rispecchiata tanto sia nella lettura che riguarda la figura della donna nel Vangelo sia nella tipologia dell’abito, – ha raccontato Giuliana – anche perché è proprio semplice, caratteristica che appartiene a tutte e due e che è stata impreziosita proprio dalle mani di tutte le donne di contrada, comprese le sue».

La realizzazione

L’abito, eccetto le cuciture primarie, è interamente fatto a mano. «Abbiamo lavorato molto sulla particolarità dei materiali, – ha spiegato Giuliana – infatti sono tutti di fattura italiana. L’applicazione è in cotone purgato mentre la fodera è un fiocco di cotone leggerissimo che è stato tinto, la sottoveste invece è in lino e il tessuto verde è seta».

La riproduzione ha seguito l’iconografia originale. «Per quanto riguarda i colori, – ha detto Giuliana – l’abito è stato riprodotto fedelmente seguendo quelli originali e la stampa è stata ricercata proprio per potersi avvicinare il più possibile all’icona presentata».

L’abito ha sfilato per la prima volta l’anno scorso e la sua realizzazione ha richiesto circa 6 mesi di lavoro. Alla produzione del vestito ha partecipato anche la gran dama, che ha tinto i bordi e la fodera dell’abito. «Siccome la gran dama non voleva realizzarlo con la tecnica del ricamo, – ha raccontato Giuliana – su suggerimento della Commissione Permanente dei Costumi, abbiamo tentato questo esperimento: la gran dama ha realizzato i tamponi in legno per realizzare i cerchi rossi e successivamente lo ha stampato personalmente».

Un altro esempio non solo di maestria sartoriale ma anche di passione per la storia e le tradizioni di contrada.

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Pubblicato il 19 Maggio 2025
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