“Dettagli di Storia”: un tuffo nella corte bizantina con l’abito di Legnarello
Il tour per scoprire il dietro le quinte degli abiti di contrada prosegue a Legnarello con la figura della protovestiaria, che in contrada è rappresentata dalla gran dama

Prosegue a Legnarello il tour per conoscere la storia degli abiti di contrada scelti per la campagna di comunicazione di questa edizione paliesca “Dettagli di Storia”. Oggi è la volta di scoprire una figura che svolgeva un ruolo importante nella corte bizantina: la protovestiaria. Una figura di secondo piano che si occupava principalmente del guardaroba e degli abiti dell’imperatrice ma non solo. «Dal latino comitissa sacrae vestis, la protovestiaria – racconta Francesca Bandera, responsabile dei costumi di contrada e castellana non reggente – solitamente era una parente prossima dell’imperatrice e gestiva non solo i vestiti ma anche l’economia dell’impero. Era quindi una figura politicamente importante».
Il ricordo della gran dama Clara Casati
L’abito è entrato a far parte dei costumi indossati nella sfilata di Legnarello nel 2014, ed è sempre stato indossato dalla gran dama. «Quando è stato creato questo abito – ha raccontato Francesca Bandera – la gran dama della nostra contrada si occupava proprio dei nostri costumi e quindi si è pensato che fosse il personaggio adatto a lei. Siamo molto affezionati a questo abito proprio perché è strettamente legato a Clara Casati, che è stata la nostra gran dama per 6 anni e, in tutti gli anni in cui ha sfilato, ha sempre indossato questo abito. Tutt’oggi quando la gran dama sfila spesso indossa questo vestito».
Dietro i costumi di contrada spesso si celano tradizioni di famiglia, come abbiamo visto nel caso di Sant’Erasmo, simbologie importanti, come nel caso del mantello vescovile di San Magno, o figure storiche che hanno fatto la differenza, come Ildegarda per Sant’Ambrogio. In questo caso la protovestiaria è sì una figura importante ma ciò che lega di più Legnarello a questo abito è il ricordo della persona che lo ha indossato per 6 anni e che portano nel cuore scegliendo di omaggiarla in sfilata. «Anche se è l’abito della protovestiaria, – ha detto la castellana non reggente – è stato indossato anche dalle castellane reggenti proprio in ricordo di Clara».
La realizzazione dell’abito

I colori hanno una simbologia ed un significato, ogni contrada nella realizzazione degli abiti deve rispettare determinati canoni e per farlo collabora a stretto contatto con la Commissione Permanente dei Costumi, organo che si occupa di verificare che i dettami dell’epoca vengano rispettati nella creazione dei vestiti di contrada. «Il viola – ha detto la dama del sole Mariangela Palmieri – simboleggia la saggezza, mentre il verde e la seta raffigurano la gloria di Dio in terra. L’abito è una riproduzione fatta con telaio meccanico che riguarda il parato di San Parisio, conservato al Museo Diocesano di Treviso».
Questo abito in particolare è stato realizzato dalla suocera di Mariangela Palmieri ed è stato uno dei suoi ultimi capolavori. «Il tessuto originale è uno sciamito bizantino, – ha detto Mariangela – la ricostruzione serica è stata realizzata con la tecnica del lampasso. Il motivo che vediamo riportato sull’abito, rappresenta due pappagalli che sono il simbolo di fedeltà, innocenza e purezza, attorniati da una scritta e posizionati in rotae. Invece, la passamaneria della sottoveste è di seta ed è stata realizzata meccanicamente con un telaio».
Abiti gemelli per figure importanti nella sfilata
Una figura di spicco il cui abito è simile a quello della protovestiaria è quella dell’eparca, l’amministratore dell’imperatore che, ai giorni nostri, viene rappresentato dal gran priore della contrada. «L’abito della protovestiaria non nasce da solo ma ha il suo gemello, – ha detto la castellana non reggente – che è il vestito che porta l’eparca, un’altra figura studiata insieme alla protovestiaria e che in sfilata viene rappresentata dal gran priore Alessandro Mengoli. Sono due abiti molto simili tra di loro, il tessuto è praticamente lo stesso ma in un colore diverso. Nella nostra sfilata aprono il corteo dietro al gonfalone».
Ogni abito del Palio manifesta la sapiente maestria delle commissioni costumi di contrada ma evidenzia anche importanti personaggi storici.
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