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Palio di Legnano

Fondazione Palio di Legnano, avanti ma adagio su un percorso diventato carico di dubbi

Giovedì 18 novembre una nuova riunione in commissione consiliare per dirimere i problemi sollevati dalle minoranze, ma anche dalla maggioranza

Palio di Legnano 2021 .- Le immagini di Luigi Frigo

La Fondazione Palio ci sarà ma, se prima l’obiettivo era la prossima edizione del 2022 per vederne la nascita, adesso potrebbe essere il 2023 l’anno giusto per la sua entrata in funzione.

E’ stata la commissione di giovedì sera, 11 novembre, a mandare un messaggio importante al monto politico e paliesco, quando da parte soprattutto delle minoranze, ma anche dalla maggiorana, sono stati sollevati dubbi, segnalazioni e modifiche tali richiedere una nuova riunione di commissione giovedì prossimo, 18 novembre.

Dopo la spiegazione dettagliata dell’assessore Guido Bragato sulla Fondazione, sui suoi organi e incarichi vari,  le criticità sono arrivate soprattutto da Francesco Toia (lista Toia) affiancato da Donata Colombo professionista e nota figura legata al mondo del Palio, da Carolina Toia (Lega), Letterio Munafò (Forza Italia) e Franco Brumana (Movimento dei cittadini).

E’ stato proprio quest’ultimo a sollevare soprattutto dubbi sulle ragioni di economicità, efficienza, efficacia e di buon andamento della amministrazione pubblica esistenti per dare origine a questa Fondazione: «Quale sarebbe l’interesse pubblico per pensare a una simile Fondazione? Piuttosto, pensiamo a una Fondazione senza alcuna partecipazione del Comune – così il consigliere di opposizione.. Non solo, prima di pensare allo Statuto della Fondazione, dobbiamo modificare il regolamento del Palio. Non si tratta di una banalità. Ancora, quando questa Fondazione stipulerà contratti dovrà fare bandi e concorsi? Non solo, così pensata, la Fondazione non è sottoposta ad alcuna forma di controllo sulla sua attività. Il Comune quindi darà un contributo e poi finirà come la storia della sabbia? Questo precedente deve essere allarmante. Infine, meglio fare una Fondazione oppure dotare il Comitato 1176 di una struttura giuridica?».

Un intervento, con tanti dubbi, che ha ricevuto risposte comunque confortanti dal dott. Enrico Montefiori, esperto giuridico di Fondazioni, Associazioni e altri ETS: «Il Comitato 1176 è una associazione che non offre le garanzie fornite invece da una fondazione – così il dott. Montefiori -. Nessuno, rispetto a una associazione, potrà mai modificarne lo statuto e gli scopi. Sull’evidenza pubblica, i criteri, anche quelli stabiliti dall’anticorruzione, sono rispettati attraverso una serie di valutazioni di equilibri per cui si la componente pubblica è rappresentata ma mai comunque la titolarità dei componenti  degli organi amministrativi è appannaggio alla parte pubblica».

La bozza di Statuto, già approvata dalla Famiglia Legnanese e dal Collegio dei capitani e delle contrade è stata presenta dall’assessore Bragato. Prevede una Fondazione ETS preferita  per opportunità collegate al regime di donazioni libere, al regime fiscale agevolato, all’acquisizione di personalità giuridica a condizioni certe e agevolate. Soci fondatori, il Comune, il “Collegio” e la Famiglia Legnanese. Organi: un comitato indirizzo e un consiglio di amministrazione, il cavaliere del Carroccio, un organo di controllo e un organo di revisione.

Il comitato di indirizzo è composto dal supremo magistrato, dal gran maestro, dal presidente della Famiglia Legnanese, dal prevosto, da 2 consiglieri comunali, dai gran priori e da due esponenti della Famiglia Legnanese.

Il consiglio di amministrazione risulta composto dal presidente nominato dal sindaco, da un componente nominato dal “Collegio”, uno dalla Famiglia Legnanese e due dal comitato di indirizzo.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Novembre 2021
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