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Volontaria a Legnano per il Meeting di Rimini: “Accogliendo mi sono sentita accolta”

La testimonianza di una lettrice per la prima volta volontaria in un evento legnanese del Meeting di Rimini

meeting rimini

Non avevo mai fatto la volontaria al Meeting di Rimini. Ho sempre guardato con stupore e ammirazione chi ha scelto, negli anni passati, di “prendere ferie” per mettersi a disposizione. «Mi piacerebbe farlo. La prossima volta…».

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Meeting di Rimini a Legnano - 2 4 di 12

La pandemia ha generato qualcosa di diverso in me? Forse. Mi arriva un messaggio: «Il Meeting di quest’anno si intitola “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”. Lo trasmetteremo anche da Legnano. Vieni anche tu ad aiutarci?».
Rispondo che ci sto, per “dare una mano”. Ma la mano, in realtà, finisco per riceverla io. Quella mano, che è il desiderio di essere attesa, mi ha fatto rispondere di sì. Così sono diventata anche io un “Volontario Ambassador”.

Il luogo che ci assegnano, in centro a Legnano, è un asilo accanto alla chiesa parrocchiale. Puliamo le sedie, rassettiamo il giardino un po’ in disordine dopo il lockdown. Nessuno ci ha detto di farlo. Non è tra i compiti che ci hanno assegnato. È la realtà che lo chiede. È come se invitassi a casa mia degli amici: desidero che tutto sia pulito, in ordine e accogliente. Non importa quanto tempo occorre.

Il giorno prima dell’inizio, il 17 agosto, c’è un briefing con gli altri volontari. In poco tempo ci si mette d’accordo. Tutti i compiti vengono assegnati senza alcuna difficoltà. Nessuno si lamenta. Che meraviglia.
Dagli accrediti all’ingresso alla misurazione della temperatura. Dalla disinfezione delle mani al banco libri. Dall’igienizzazione delle sedie agli aspetti tecnici per la proiezione. Perfino la vendita dei ghiaccioli. E tanti altri piccoli grandi particolari che fanno vedere quel “brillìo degli occhi” e che in queste sere mi hanno reso un po’ meno sorda al sublime.

All’inizio, ciò che mi aveva colpito del titolo del Meeting era la prima parte: “privi di meraviglia”. E quindi? Come si fa ad avere questa meraviglia? Qualcuno mi ha privato di qualcosa? Sono forse io che devo trovarla, cercarla, riconoscerla?
Il compito che mi è stato affidato era quello della registrazione dei partecipanti all’ingresso. Accogliendo mi sento accolta. Come un dono, insieme a me, una persona che non conoscevo e che ora guardo: una persona “nuova”. Qualcosa che fino a un attimo prima non esisteva ora c’è. Ecco la meraviglia! Un dono è arrivato come un bel giorno (come dice Albert Camus), per aiutarmi ad essere un po’ meno sorda al sublime.

Cinzia

Redazione
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Pubblicato il 24 Agosto 2020
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