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SALVATORE FORTE (PD): NECESSARIO UN CLIMA PIU' SERENO PER IL BENE COMUNE

28 Giugno 2010


Egr. Direttore,
ho appena letto la lettera firmata, pubblicata sul giornale on-line da Lei diretto qualche giorno fa, che stigmatizza la cosiddetta moda del “no” a prescindere invalsa soprattutto tra le opposizioni troppo spesso impegnate a litigare tra di loro e a fare “roboanti rimostranze”. Ed ho anche letto le lettere successive.
Se me lo consente vorrei anch’io prendere spunto dal contenuto della prima lettera per fare qualche considerazione (sommessa mi creda, non certo roboante).

Una volta si diceva “vox populi, vox dei” a significare che era bene prestare attenzione al sentire popolare perché gli dei si esprimevano anche attraverso il loro popolo. Oggi i paradigmi di riferimento religioso, sociale, culturale e politico sono profondamente cambiati, siamo tutti meno colti e raffinati per cui ci dobbiamo accontentare dei “sentito dire” che, a priori, valgono o non valgono a seconda di chi sia la fonte dell’informazione: ciò potrebbe spiegare i “no” a prescindere ma anche i “si” a prescindere. Ciò spiega a volte però anche le interpretazioni forzate di chi comunque vuol leggere in quello che dicono gli altri quello che vuole o che gli fa comodo. Del resto Andreotti usava dire che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si “azzecca”. Faccio un solo esempio riferito a questi giorni: nessuno pensava ci fosse bisogno di un ministro per il federalismo (non c’è già Bossi, che si considera il padre del federalismo?); quando invece è stato nominato l’on. Brancher la vox populi diceva “vuoi vedere che è per evitare il processo?” e puntuale è arrivata la richiesta del legittimo impedimento (richiesta poi ritirata per l’indignazione generale). Forse sarebbe stato meglio nominare il nuovo ministro per lo sviluppo economico (al posto del dimissionario Scajola).

Ma veniamo alle cose di casa nostra:
• Il PGT (Piano di Governo del Territorio) è il documento principale per delineare il futuro della città e quindi anche il futuro del lavoro che manca e che va perciò in tutti i modi recuperato o reinventato, ma proprio per questo la discussione deve essere corale perché il futuro è di tutti e non solo dei figli della maggioranza: abbiamo cercato di dare il nostro contributo già oltre un anno fa con la distribuzione di un questionario cui hanno risposto 828 cittadini di ogni parte politica e i cui risultati abbiamo discusso in una pubblica riunione; che l’idea non fosse peregrina lo dobbiamo dedurre dal fatto che molto tempo dopo il comune ha fatto qualcosa di simile (ma ad oggi non sappiamo ancora bene i risultati quantitativi e qualitativi di questa seconda indagine).

• I supermercati sono una caratteristica ormai della nostra città. Sviluppatasi intorno alle fabbriche Legnano si ritrova oggi circondata da supermercati. Esselunga nel Centro Cantoni ci sta certo bene (aver salvato poi almeno le facciate cha danno sul Sempione è stata una cosa buona) ma non è detto che ci sarebbe stata male una scuola superiore o un centro di formazione professionale superiore per la preparazione dei giovani alle professioni del futuro e alle sfide del terzo millennio. Oltre 20 anni fa era questa l’ipotesi, poi tangentopoli colpì anche la nostra città e la storia cambiò.

• La viabilità è uno dei punti di debolezza e di fragilità della nostra città e le scelte fatte (la sunnominata area Cantoni e il nuovo Ospedale) non sembrano accompagnate, al momento, da soluzioni urbanistiche in grado di migliorarla. Forse la soluzione si troverà in un progetto che abbia respiro sovracomunale attraverso una nuova e diversa governance del territorio dell’altomilanese.

• Il NO AL TERZO BINARIO era in realtà un no all’ultimo progetto presentato che stravolgeva quello del 1993 che aveva avuto l’approvazione da parte di tutti i partiti del territorio. Al momento sembra tutto bloccato per mancanza di fondi. Per saperne qualcosa di più preciso le minoranze in consiglio comunale hanno presentato una interpellanza urgente che verrà discussa nella seduta consiliare di domani sera.

• Ogni tanto parte uno sgombero di Rom, salvo poi doverlo rifare qualche tempo dopo perché gli stessi Rom o altri (clandestini, poveri cristi o delinquenti come si vuole) sono tornati nello stesso posto. La maggioranza dei cittadini dice sì agli sgomberi perché non vuole i rom sotto casa? Ma non si accorge che così il problema non si risolve?

Lascerei perdere i temi più generali del NO TAV e del NO NUCLEARE che richiederebbero ben altri spazi e ben altre competenze. Solo due piccolissime note: il NO TAV mi fa sempre pensare che forse si guadagnerebbe di più facendo arrivare una persona a Roma con dieci minuti in più che non centinaia di pendolari in ritardo tutti i giorni sul lavoro; sul nucleare: ma non c’era stato un referendum che, giusto o ingiusto che fosse, aveva detto no al nucleare? La certezza del diritto dove è finita?

Mi fermo qui perché penso di aver già abusato troppo del tempo e dello spazio di questo giornale. Vorrei dire che la realtà è complessa e le ragioni degli uni e degli altri dovrebbero essere valutati con spirito di attenzione e cercando l’empatia necessaria a creare un clima più sereno e più proficuo per la nostra città e per l’intero paese.

Salvatore Forte
Portavoce circolo Partito Democratico Legnano

Egr.Direttore,
con riferimento all’intervento del Prof.Forte del 28 Giugno scorso, mi duole vedere come di nuovo si trascenda dai problemi reali della città per alzare a livello nazionale il mero scontro politico.

Il riferimento all’On.Brancher, argomento d’attualità nel cui merito non entro minimamente, non vedo proprio quale relazione abbia con il tema della discussione; si ricorda quando facevo riferimento all’abitudine di cercare l’errore dello schieramento opposto fine a se stesso, eccone un caso lampante.

Per parlare del PGT di Legnano, Forte cita, nell’ordine Andreotti, Bossi, Brancher e “dulcis in fundo” Scajola; sono onorato che cotante personalità siano legate alle attuali problematiche di Legnano ma temo che di questo, nella loro agenda, vi siano poche tracce.

Legittima la speranza di vedere nell’ex area Cantoni strutture al servizio della collettività anziché un ente privato salvo poi chiedersi chi avrebbe dovuto e potuto farsi carico dei costi; evidentemente nessuno visto che di ipotesi di riqualificazione dell’area se ne fecero per decenni ma senza che ne fosse realizzata nessuna sino a che qualcuno poté investire del denaro, ovviamente nella fiducia di guadagnarne molto di più. Ben venga, invece la collaborazione e le legittime pretese di mantenere una parte di struttura architettonica facente parte della storia della nostra Città; condivisibili le preoccupazioni viabilistiche, per risolvere le quali, però è indispensabile la realizzazione di nuove e razionali opere non il blocco di quelle potenziali.

Vedo una incoerenza di fondo nell’ascolto della vox Populi nel momento in cui questa chiede lo sgombero dei ROM che, senz’altro, sono un problema da risolvere ad altri livelli, ma che, quantomeno, non devono essere lasciati a loro stessi, liberi di delinquere, anche solo occupando abusivamente il suolo pubblico o privato che sia (mi risulta che anche solo questo sia un reato). Forse il problema così non si risolve ma quantomeno non degenera, il non fare nulla, certamente, porterebbe a risultati peggiori.

Non voglio entrare nel merito di boutade qualunquistiche con le quali si avanza la validità dell’equazione meno TAV uguale più treni per pendolari e faccio una puntualizzazione ad onore della verità per ricordare che i referendum (sono stati difatti tre non uno) dell’ 8/11/1987 non hanno detto di NO (con una percentuale “reale” tra il 48 e il 52% in virtù della scarsa affluenza alle urne) al nucleare ma ad alcune modalità di finanziamento pubblico dello stesso a cura dello Stato ed alla partecipazione di ENEL alla costruzione di centrali all’estero (prima che ENEL fosse privatizzata); la certezza del diritto si ottiene, in primo luogo, con la corretta divulgazione delle informazioni, ma questa è un’altra storia.

Stefano P.

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