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Ricordando don Franco Monticelli: “Sacerdote dalla profonda carica umana”

mons monticelli

12 Settembre 2022

Di don Franco ho sempre apprezzato l’intelligenza vivace, la profonda carica umana, ma soprattutto l’affabilità con cui era solito rapportarsi con la gente, mettendo chiunque lo accostasse immediatamente a proprio agio.

A questo proposito, ricordo ancora, anche se sono trascorsi ormai tanti anni, il mio primo personale incontro con lui. Fu quando mi invitò in Casa Parrocchiale insieme con altri giovani coetanei.

Ci andai senza troppo entusiasmo, ma curiosa di sapere che cosa avesse da dirci questo Parroco “giovane”, venuto dalla città, di cui si parlava nelle strade, nei negozi e al mercato, con simpatia mista ad ammirazione, per le innovazioni che via via introduceva nella nostra comunità.

Ebbene il sorriso aperto, con cui accolse ciascuno di noi, ci conquistò da subito e, quando ci rese partecipi dei suoi progetti su di noi, suscitò il nostro interesse di giovani che avevano voglia di cose nuove, belle e “grandi”. Ci congedò, dicendoci che si aspettava molto da noi.

Fu così che nacque il primo Gruppo Giovani di Rescaldina.

Da lì vennero i primi lettori per animare le celebrazioni domenicali e i primi catechisti laici per l’iniziazione dei bambini ai Sacramenti.

Allora non esistevano le Scuole per la formazione dei catechisti. Fu don Franco che curò il nostro cammino di fede, con momenti di preghiera e riflessione insieme. Promuovendo ritiri spirituali periodici e sollecitando la nostra partecipazione a giornate di studio in Decanato o a Milano, raggiungeva l’obiettivo che si era prefisso e cioè catechiste ben preparate.

La catechesi fu, dunque, una delle preoccupazioni più urgenti del suo ministero pastorale.

Volle e diede vita ad ambienti in cui promuoverla e perseguirla regolarmente.

Sorse così il Centro Giovanile, una costruzione moderna e accogliente per i ragazzi e le loro famiglie.

La sua Aula Magna divenne la prima sede della Scuola di Catechesi per adulti.

La frequenza alle lezioni, naturalmente serali, tenute da esperti biblisti, come don Gianfranco Ravasi e don Brovelli, era ragguardevole.

In seguito si passò ai primi “Centri di Ascolto” domestici, nei punti nevralgici del paese, per raggiungere un maggior numero di persone. Il collegamento tra i vari gruppi e il Parroco, che leggeva e commentava una pagina di Vangelo, avveniva via radio, quella radio che aveva fatto istallare per entrare in tutte le case nell’intento di farsi vicino a tutti i suoi parrocchiani.

Anche gli ammalati ebbero, pertanto, la possibilità di sintonizzarsi e partecipare alla Messa domenicale. Per loro don Franco ideò programmi speciali, curati dal rimpianto Mario, scomparso prematuramente.

Seppe farsi amare anche dagli anziani e tra loro trovò i suoi “postini” fedeli: l’Agnese e il Giulio, che ricoprirono un ruolo umile ma prezioso.

Fu pure prossimo ai disabili: il “suo” Elio lo accompagnava, sorreggendo abitualmente la Croce, nei funerali e nelle processioni, e non mancava di ostentare una vera adorazione per lui.

La domenica pomeriggio era in Oratorio a presiedere la preghiera in Cappella, a giocare una accanitissima partita di “palla battaglia” e a scherzare allegramente con le adolescenti.

Non ho mai dimenticato le esclamazioni di disappunto di quelle ragazzine, allorché in lontananza si profilava l’arrivo di qualche ex di Milano che se lo portava via.

Era “viziato” dalle suore che lo circondavano di attenzioni. Dal canto suo don Franco si è sempre ritenuto fortunato e grato per la loro fattiva collaborazione.

Fin dal suo arrivo aveva intuito come fosse di vitale importanza il coinvolgimento delle famiglie nelle attività Parrocchiali. Fu questo lo scopo dei Gruppi Familiari, che seguì con particolare dedizione.

Capì quanto fosse necessario alternare a momenti intensi di preghiera e catechesi o a frequenti celebrazioni liturgiche un sano e gioioso svago.

E, al fine di perseguire una coesione sempre più ampia tra i vari gruppi e la stessa comunità, iniziò e portò avanti negli anni la tradizione dei pellegrinaggi mariani, che ebbero luogo puntualmente ogni anno, la seconda domenica di settembre, dopo la Festa Patronale.

Don Franco ne curava personalmente l’organizzazione nei minimi particolari: la scelta del Santuario, l’ubicazione dei ristoranti, i costi, che dovevano tassativamente essere contenuti, perché le famiglie potessero partecipare al completo.

L’affluenza aumentava di anno in anno e una marea di persone, giovani e non più giovani, affollava ogni volta qualche Santuario, noto o poco conosciuto, per una celebrazione vissuta con fede e coronata da momenti condivisi di autentica gioia. La banda musicale del paese accompagnava festosamente tutti gli spostamenti dei pellegrinaggi, richiamando spesso intorno a sé una gran folla di curiosi.

Capitava, non di rado, di incontrare il Parroco per strada: aveva un sorriso e un saluto per tutti.

Si dimostrò sempre sensibile ai bisogni degli anziani e non disattese le loro speranze. Infatti, prima di andarsene, fondò la Casa di Ospitalità per Anziani, nel centro del paese, vicino alla Chiesa Parrocchiale e non lontano dal cimitero: due luoghi di riferimento significativi per coloro che si sentivano sfuggire la vita e si preparavano a un “lungo” viaggio.

Dalla Casa del Padre continui a pensarci e a vegliare sul nostro cammino di fede, perché, un giorno, possiamo ritrovarci tutti insieme a godere del meraviglioso “Giardino”, che ci ha promesso Gesù.

Grazie don Franco.

Elsa e Maria Rosa

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