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LETTERA APERTA DI RENZO PRAVETTONI GRUPPO ECOTER SPA

7 Novembre 2009

Il Gruppo Ecoter ha seguito in silenzio, in questi mesi, le polemiche, spesso pretestuose, legate ai propri impianti di Nerviano, Casorezzo ed Arluno.Un silenzio via via sempre più carico di stupore, amarezza e indignazione.Di volta in volta, grazie a parte di stampa compiacente e disinformata, qualche volta in malafede, si è dipinta Ecoter come l’affarista del rifiuto, indifferente alla salute dei cittadini e alle conseguenze ambientali sul territorio.

La risposta, dovuta una volta per tutte, sta nel lavoro che tutti i giorni si svolge nei nostri impianti:

– a Nerviano opera un impianto di recupero di macerie da demolizione: significa ottenere da un rifiuto, altrimenti scaricato nei campi o accatastato in cumuli posticci, un nuovo materiale idoneo alla costruzione di rilevati e sottofondi stradali e ferroviari, evitando inutili escavazioni di inerte naturale. È male?

– a Casorezzo, all’interno dell’omonima cava, la Provincia di Milano ha autorizzato una discarica di rifiuti inerti non pericolosi. L’intendimento di Ecoter è quello di restringere ulteriormente la possibilità di scarico utilizzando solo terra non pericolosa, autorizzata dall’ARPA di partenza e, aggiungiamo noi, verificata dall’ARPA di arrivo. Così facendo si riporta l’area, oggi uno scavo profondo dieci metri, allo stato originario. È male?

– ad Arluno, in cava San Giuseppe, nel febbraio 2008 Ecoter ha presentato alla Regione Lombardia un progetto sottoposto a valutazione di impatto ambientale che prevede, secondo le raccomandazioni del “Piano Cave”, approvato dalla Regione stessa nel 2006 e fatto proprio dalla Provincia di Milano nel 2007, l’installazione di un impianto di recupero di macerie, così come quello di Nerviano e un impianto di produzione di conglomerato bituminoso (asfalto), funzionante a gas metano,  abbondantemente rispettoso dei limiti di emissioni imposti dalla norma, in assolutamente assenza di rilasci di zolfo o quant’altro, come paventato da prezzolati allarmisti, tanto che persino il Parco del Ticino ne ha autorizzato l’installazione nella propria zona A (quella più protetta). Oltretutto questo impianto permette di eliminare l’attività di ben quattro impianti obsoleti dislocati su territori immediatamente limitrofi, ottenendo una notevole riduzione di traffico indotto, non il contrario, e un forte aumento per la sicurezza ambientale. È male?

Davanti ad una crisi economica devastante, in particolare nel settore delle costruzioni, si è di fatto impedito di operare nel quotidiano, essendo l’attività bloccata da un mancato rilascio di autorizzazioni, anche relative alle estrazioni, conseguenti all’esito della valutazione di impatto ambientale, strumentalmente rallentata negli uffici della Regione e, peggio, di poter  percorrere alternative come quelle sopra menzionate.

Ne risulta l’assoluta necessità di Ecoter di rivedere i propri progetti e i propri assetti, che in questi momenti portano purtroppo alla messa in mobilità di venti  lavoratori.A chi si deve dire grazie?

Ecoter rimane, comunque e come sempre, a disposizione per qualsiasi confronto e dimostrazione.

Renzo Pravettoni

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