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I PRECARI DELLA CROCE ROSSA: CI SENTIAMO ABBANDONATI

7 Febbraio 2009

Gentile Redazione,
siamo lavoratori precari della Croce Rossa Italiana che da oltre un decennio (in alcuni casi anche due) prestano servizio sulle ambulanze a garanzia del servizio di soccorso sanitario di emergenza (118) e quindi della salvaguardia della salute e della sicurezza dei cittadini.

Vi scriviamo per chiedere un Vostro interessamento alla nostra vicenda in quanto, nonostante ripetuti appelli alle istituzioni, ci sentiamo abbandonati dal mondo politico e dalla stessa Croce Rossa oltre ad essere vittime di una vera e propria censura dell’informazione.

Alcuni numeri per focalizzare il problema:
2.000 circa sono i precari dell’ente pubblico CRI da 3 anni in attesa della stabilizzazione, paventata da ben due leggi finanziarie ma mai avviata, e grazie all’impiego di questo personale la Croce Rossa Italiana garantisce il 40% del servizio 118 sull’intero territorio nazionale (circa il 60% nella sola Lombardia) oltre a svolgere altri delicati servizi quali l’assistenza ai profughi, la gestione di centri per la riabilitazione, il trasporto di pazienti emodializzati.

Da diversi anni temiamo l’approssimarsi del 31 gennaio che per noi potrebbe significare la perdita ( o mancato rinnovo) del rapporto di lavoro in conseguenza della scadenze delle convenzioni che l’ente (pubblico) CRI stipula con aziende ospedaliere, asl e agenzie regionali (anch’esse pubbliche) in costante “concorrenza” con improvvisate onlus e associazioni di volontariato che, nascondendosi dietro ideali umanitari, perseguono finalità molto più materiali a discapito della qualità del servizio erogato, spesso con gravi conseguenze per la salute dei pazienti trasportati.

Consapevoli del difficilissimo momento economico che sta vivendo il Paese, crediamo si debba fermamente difendere il diritto alla salute e alla vita di OGNI SINGOLO CITTADINO.
 
I  lavoratori precari CRI

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