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Dove è finita la tanto sbandierata sanità pubblica lombarda?

ordine professioni sanitarie e riabilitazione

9 Giugno 2023

Caro direttore,

dove è finita la tanto sbandierata sanità pubblica lombarda? Le liste di attesa erano quasi zero: migliaia di persone-pazienti dal centro e dal sud-Italia facevano la valigia con dentro il necessario e partivano per gli ospedali del Nord dove venivano accolti e ospitati con immediatezza: sorgevano anche nelle vicinanze delle strutture ospedaliere case di soggiorno e di accoglienza per i parenti che accompagnavano il familiare bisognoso di cure mediche. Anche Legnano, con il suo vecchio ospedale di via Candiani era una meta battuta per le prestazioni specialistiche che vi prestavano. Il chirurgo della mano prof. Ezio Morelli rese la struttura dell’unità operativa di Chirurgia plastica famosa in tutto il mondo. Non vi erano liste di attesa di lunghi mesi e giorni come è diventato una normalità nella sanità pubblica della Lombardia, oggi.

Sono un maestro elementare di Legnano (una razza in estinzione!) di 83 anni, invalido civile 100×100 per diabete mellito tipo 2, per malattia di Parkinson, per mialgia diabetica,), cui si è aggiunta in questi ultimi anni una stenosi lombare diagnosticatami da un neurochirurgo del San Raffaele di Milano (deficit motori degli arti inferiori, mancata deambulazione), malattie che hanno ridotto notevolmente la qualità di vita.
Mi muovo per casa come un uomo-scimmia: mi arrampico per le scale aggrappandomi faticosamente ai corrimani, cammino a piccoli passi: a tre zampe, a quattro zampe, curvato in avanti per alleviare le fitte dolorose che mi procura la stenosi.

Il citato neurochirurgo del San Raffaele, dopo la visita, mi ha posto in lista di attesa da sei a nove mesi in SSN (per i non solventi, brutto neologismo che sa di sostanza chimica, creato per non dire “coloro che non possono pagare l’intervento”). Alle mie lagnanze per una attesa così lunga e insostenibile per la mia patologia, il neurochirurgo mi ha chiesto se avessi una assicurazione.

Per i solventi, per chi ha stipulato una assicurazione sanitaria, i tempi di attesa per l’intervento si azzerano.
Ho fatto quindi domanda per un intervento come solvente, chiedendo un preventivo in solvenza. La risposta del neurochirurgo: “Consideri che indicativamente l’importo complessivo per un intervento di questo tipo in solvenza potrebbe essere di circa 10-12.000 euro“. Una somma notevole per un pensionato non solvente, una sciocchezza per un magnate politico e industriale che, in occasione di un suo ultimo ricovero ha addirittura comprato l’intera “suite” dell’ultimo piano dell’ospedale San Raffaele!

Una sanità lombarda divenuta da terzo mondo; peggio e con più chiare parole, si sta adeguando al modello americano. Come è noto i cittadini americani che non possiedono un’assicurazione sanitaria non vengono assistiti in caso di malattia. Ci stiamo incamminando verso una inumana condizione sanitaria simile a quella in atto negli Usa, dove lo Stato investe ingenti somme per esplorare lo spazio, ma non un dollaro per una sanità pubblica.

Accadrà anche a Legnano a Milano, in Lombardia (se le cose continuano ad andare così), che un cittadino posto in lista di attesa infinita con la SSN, potrà morire in lenta agonia, accasciato sul marciapiede di una strada (a scelta: legnanese, milanese, lombarda), sotto lo sguardo indifferente dei passanti!

Ti chiedo, direttore Marco:…se questo è un uomo!

Orlando Abiuso – Legnano

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