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Degrado e abbandono del Bosco 1993

Generico 25 Mar 2024

25 Marzo 2024

Gentile Sindaco Radice,
Vorrei sottoporre alla Sua attenzione e di tutto il Suo staff, la situazione che ormai investe la zona dell’oltrestazione da sempre, ed ora molto più che negli anni passati, da quando la liberalizzazione ha permesso ad attività analoghe di aprire a distanza più che ravvicinata, oltre che ad aumentare il traffico e la confusione lungo il Viale Sabotino. La zona dell’oltrestazione è diventata sì più urbanizzata, più commerciale di prima, ma questo ha generato sempre più negli anni una proliferazione di veri e propri covi di delinquenza, fattore legato anche all’incremento del tasso di immigrazione.

Mi urge dirLe, innanzitutto, che vedere emergere un nuovo ed ennesimo centro commerciale davanti alle porte di casa nostra non ha reso felici i cittadini della zona: non abbiamo bisogno di altri supermercati, non abbiamo bisogno di nuovi fastfood, soprattutto dove a fare da cornice c’era un campo di grano e balle di fieno.

E le segnalo con altrettanta urgenza e fastidio, che dopo 30 anni di residenza in Via Ciro Menotti, arteria principale della zona, riscontro con amarezza il degrado e l’abbandono del Bosco 1993, che ho visto inaugurare con nobile pensiero dedicato ai bimbi nati in quell’anno, per renderlo poi il “gabinetto canile” di oggi da ripulire saltuariamente dalle erbacce e nulla più.
Per non parlare degli alberi che negli anni si sono spezzati, altri sono morti e non sono mai più stati sostituiti, e dell’insegna che non è mai più stata affissa correttamente sul palo di sostegno. Oggi giace a terra, piegata e sbiadita come un cartello posto fuori da cancelli ormai violati di un luogo abbandonato.

A proposito di questo, Le vorrei ricordare che questo bosco, non essendo mai stato messo in sicurezza, rappresenta così com’è, una seria minaccia. Ricordo che nei primi anni di residenza si trovavano oggetti di ogni genere tra cui siringhe, profilattici persino appesi alle recinzioni delle nostre case. Per fortuna questo non si è più verificato dopo l’inaugurazione del bosco, ma come può ben immaginare, un ambiente lasciato all’oscuro aumenta la probabilità di movimenti sospetti e facilita intrusioni nelle case. Il buio pesto che cala verso sera fa sì che si crei un muro tra la vita quotidiana che si svolge nelle nostre case e ciò che si cela oltre la siepe dei pini che ci divide.

Anni fa, su richiesta dei residenti del condominio Girasole, era stato “ostacolato” l’accesso, richiesta accontentata con il posizionamento di due panettoni, e che oggi si possono trovare spostati là dove giace la famosa insegna. Questo per consentire l’accesso ai mezzi degli “addetti ai lavori”, i quali però per accedere non sono mai sottoposti a controlli, quindi la certezza che siano degli addetti nessuno l’ha mai avuta.
Il terreno battuto dai mezzi e dai frequentatori ha spianato anche le erbacce che coprivano quel passaggio, tracciando un vero e proprio sentiero di libero accesso e dove chiunque può agire indisturbato. Durante le ore del giorno è zona di passeggio con i cani, e questa passeggiata avviene proprio a 50 cm dalla nostra siepe, attraverso cui è possibile vedere ciò che si svolge dentro ai nostri spazi privati. Ci sentiamo violati della nostra intimità.
Di certo le aree verdi di passeggio non mancano nel quartiere, ma questo è divenuto luogo preferito di quei padroni pigri nel raccogliere i rifiuti lasciati dai propri cani, proprio per le condizioni favorevoli di buio, di assoluta libertà e dello stato rozzo in cui si ritrova.

Lo scorso 19 marzo ho subìto un furto in casa ed ovviamente l’ingresso dei ladri è avvenuto attraverso quel lato oscuro.
L’esperienza, oltre che spiacevole, lascia un trauma addosso e un segno indelebile nell’anima. Credo che questo lo sappia bene.

Questa situazione ha retto fin troppo a lungo, perciò è giunta l’ora di agire e concretizzare un sistema di controllo e sicurezza, con illuminazione adeguata che garantisca una buona visibilità. Il “passeggio” dietro le nostre case non è gradito, pertanto non può più avvenire.

Il bosco è polmone vitale per il nostro quartiere e nessuno vuol farne a meno, anche perché siamo tutti consapevoli di quanto sia ormai raro l’elemento del verde che prima caratterizzava la nostra periferia, ma un ambiente del genere, seppur selvatico in quanto bosco, non può neanche essere lasciato regredire in questo modo, e noi del quartiere in balia degli eventi che ne conseguono.

Certa della Sua presa in considerazione, mi auguro che questa mail possa avere riscontro. Il Suo contributo è fondamentale e necessario e La prego di dare ascolto ad una voce legnanese, coinvolta e risentita come tante altre.

Se sarà necessario mi premurerò di raccogliere firme a favore di questa richiesta.

Cordiali saluti,
Valentina Minnella

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