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“Nel dopo virus, ripensiamo il nostro vivere comune”

24 Marzo 2020

Fino a qualche settimana fa eravamo convinti di essere invincibili.

Poi improvvisamente il virus ci ha riportati alla realtà dei nostri limiti.

Finita questa tragica parentesi dovremo tutti, nessuno escluso, ripensare al nostro modo di concepire il vivere comune. Dovremo quindi riflettere su alcuni principi che sono andati per la maggiore, e che oggi la crisi sanitaria mette in discussione: « meno stato più mercato»  che ci ha ubriacato tutti di individualismo sfrenato. Individualismo che ci ha resi insofferenti alle regole del vivere comune  introiettando la convinzione che «basta con questo Stato che ci opprime! » salvo oggi scoprire il valore e la necessità dello Stato ( a partire dalla sanità pubblica); cosi come esasperare il valore della autonomia istituzionale, salvo poi non vedere a livello locale il diffondersi del virus a casa nostra e per debellarlo chiamare, giustamente, in causa lo Stato e richiedere l'aiuto solidale dei cinesi e dei cubani.

Dovremo riconsiderare alla luce di questa tragedia alcuni valori che abbiamo ritenuto, a torto, essere superati. Il valore della cosa pubblica, il valore delle parole (che dimenticato ha dato origine al diffuso bullismo parolaio), il valore della responsabilità individuale, il valore della competenza politica, sociale e professionale (non siamo tuttologi); il valore dei soldi (che non sono tutto nella vita).

Oggi il Governo, giustamente, si è avvalso di poteri costituzionali, ma finita l'emergenza occorrerà ripristinare le normali regole democratiche.

Sarebbe bello che anche a Legnano, quando inizierà la campagna elettorale si tenga conto di questi valori perduti che sono stati alla base del nostro sviluppo e hanno reso forte il nostro Paese e la nostra città.

Così come sarebbe bello che finita l'emergenza sanitaria, associazioni, istituzioni, partiti, sindacati, chiesa, si facessero carico di organizzare momenti di discussione e riflessione unitari, su come da una tragica esperienza trarre insegnamento positivo per una nuova convivenza sociale.

E' ovvio che le diversità di opinioni emergeranno, ma la diversità è il sale della democrazia. Importante è che il confronto porti alla coesione sociale, non ad una frantumazione "vetrina" di innumerevoli personalismi. Sentirsi uniti, partecipi alle esigenze degli altri è elemento fondamentale per uno stato democratico e rispettoso della nostra Carta Costituzionale.

Oggi, nell'emergenza, siamo stati costretti a capire che il nostro senso di responsabilità è salvezza per noi e per gli altri, come dovrebbe essere anche in condizioni normali.

Diamo prova di avere coscienza di ciò e ANDRA TUTTO BENE.

Primo Minelli

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