Quantcast

Sanremo: da “Oltre il Festival” le pagelle di Luca Mondellini

Luca Mondellini, collaboratore videomaker e appassionato di musica, ecco la prima serata dall'Ariston con tutte le pagelle

Achille Lauro si "battezza" e apre Sanremo 2022

SANREMO 22 – Prima serata . Eccoci qua! È arrivato Sanremo 2022 e quest’anno mi permetto in chiave ironica di raccontarvelo. Quest’anno ho il privilegio di trovarmi proprio a Sanremo, a Oltre il Festival, nel media hub delle RadioMediaset in collaborazione con Lancôme.

Galleria fotografica

Sanremo 2022. Luca Mondellini 4 di 15

Grazie a Oltre il Festival la prima serata della 62 edizione di Sanremo l’ho potuta godere dall’Ariston, che torna a riempirsi di gente. Possiamo dire che mamma Rai abusa di grandangoli per farci sembrare immenso un teatro che è davvero piccolo. Prima nota dolente il non vedere nemmeno un fiore sul palco, eppure siamo nella città dei fiori.

Apre la serata il buon Amadeus, che trovo in gran forma, anche se lo sblocco vero e proprio arriva appena entra Fiorello in gran forma (basta che ci sia il pubblico e Rosario diventa un’altra persona). Il nostro “booster dell’intrattenimento” snocciola una battuta dietro l’altra, toccando un po’ tutti: dalla Rai paragonata ad una RSA al “pitbullismo”. Tiene il palco alla grande e la cosa più bella è stato vederli durante gli RVM o nelle pause pubblicitarie: si vedeva ancor di più quanto fossero amici, ridevano e scherzavano sul palco dell’Ariston come se fossero a cena a casa loro. Questo fa la differenza. Presenza femminile questa sera Ornella Muti: all’Ariston la sua voce non è pervenuta e quando hanno alzato il volume la sua voce effetto “fumatrice incallita” è uscita allo scoperto. Ha lavorato con i grandi del cinema, scenograficamente molto bello l’omaggio ai suoi film dall’Ariston.

Berrettini nella sua semplicità (porta all’Ariston tutta la famiglia, che grande!) sembra un pesce fuor d’acqua, menomale che arriva Fiorello e già si sente più a casa. Alcuni momenti un po’ così: come quello con Claudio Gioè e la sua marchetta Rai molto evitabile oppure Raoul Bova e Nino Frassica (a me Frassica non fa molto ridere, lo ammetto!). I Meduza manco sapevo che fossero italiani, lo confesso, sono tra quelli. Parola d’ordine di Amadeus per tutto il pezzo con loro: IMPAZZITI.

Ospiti d’eccezione i Maneskin: son sempre stato molto scettico su di loro, pur riconoscendo un grande coraggio di questi giovani che hanno conquistato il mondo. Giacomo, un mio caro amico, molto fan, mi ha aiutato conoscerli di più ma l’effetto per me è sempre stato estraniante. Sentiti dal vivo con Zitti e Buoni: “Azz… ne hanno voce questi”. Poi tornano sul palco con Coraline: Chapeu. Dal vivo una cosa incredibile. E mi sorprende una cosa: Damiano, che di esecuzioni ne ha fatte infinite, alla fine si commuove. Un momento vero, semplice, sincero. Un po’ come questi ragazzi: sotto l’apparenza di duri e invincibili, ecco la semplicità che viene fuori. Ed è bello che siano tornati all’Ariston, come a voler ringraziare chi ti ha aiutato ad essere una superstar mondiale.

Arriviamo ai cantanti, presentati da Amadeus in modo insolito: dopo tanta distanza, Ama interagisce con loro e li introduce stando al loro fianco.

Achille Lauro con Domenica: la trasgressione inizia entrando a torso nudo. Ma si fermerà lì? Macchè! Sul finale un bel Battesimo in diretta tv. Ho letto tanto in queste ore su questo suo gesto così “irriverente”: in primis mi vien da dire che lui il suo obiettivo l’ha centrato alla grande. Tutti parlano di lui, meno della canzone e più per il gesto (mi sa che non vale la pena Achille!). L’errore sta proprio qua: più se ne parla più andiamo avanti, il che non serve ed è superfluo (consiglio le 10 righe dell’Osservatore Romano uscite poco fa: chapeu!). Io però una domanda me la faccio: chissà cosa deve avere incontrato per avercela così tanto con la Chiesa?!
Rispetto al brano, anche lì ha fatto il furbo: ritornello canterino e orecchiabile, coro gospel che ti porta anche il battimani: ti piace vincere facile.

Yuman con Ora e qui: deve tirare fuori la voce il ragazzo perché il pezzo non è male.
Noemi con Ti amo non lo so dire: Bellissima e elegante. Questo è il classico pezzo che in radio va, a Sanremo un po’ debole: non esplode pur avendo tutte le potenzialità. Paura da prima sera? Lo zampino di Mahmood si sente eccome!

Gianni Morandi con Apri tutte le porte: ammetto che facevo fatica a stare fermo nella poltrona dell’Ariston che era in delirio per il ragazzo di Monghidoro. Come testo un po’ fiacco: “Fai entrare il sole // E quando il sole non c’è // Lo cerco dentro di me”. Un po’ banale Jova, mi aspettavo di più. La musica fa tanto. Domanda: Che sostanze prendi Gianni per essere così? A 77 ti metti in gioco così: sei un grande!

La Rappresentante di Lista con Ciao ciao: reggono il palco da Dio e il pezzo è un gran pezzo. Nulla da dire, siete dei fighi! Il ritornello rimane in testa. Sembra quasi un omaggio a Rettore in certi momenti.

Michele Bravi con Inverno dei fiori: un brano sincero, forse per le ferite che porta dentro il ragazzo. All’aspetto esteriore mi sembra meno sincero, un po’ una maschera. Da capire nei prossimi ascolti.

Massimo Ranieri con Lettera al di là del mare: Torna la tradizione a Sanremo. Una canzone semplice ma non un pezzo sanremese, forse la scelta è sbagliata. Da lasciare decantare.

Mahmood e Blanco con Brividi: fanno venire i brividi davvero. Due voci completamente diverse che si legano e creano un’effetto strano, bello, ma strano. Mi aspettavo più spessore nel testo. Non è un pezzo che riascolto così facilmente, meno orecchiabile di altri.

Ana Mena con Duecentomila ore: appena ho sentito Rocco Hunt ho avuto paura….infatti eccolo qua: un pezzo più da festivalbar, ma forse neanche. Non c’è consistenza e l’apparenza lascia un po’ lì. Tra l’altro sento parecchio: “Amami ancora, fallo dolcemente….” Plagio?

Rkomi con Insuperabile: Non basta un ascolto solo per questo brano. Ha dentro qualcosa che spinge ma non è ancora identificabile, lasciatemi del tempo.

Dargen D’Amico con Dove si balla: lui ha fatto scoppiare alcuni artisti d’oggi. Lui non esplode così tanto. Ritornello con sound che sembra un omaggio a Giorgio Vanni, carica il giusto.

Giusy Ferreri con Miele: all’inizio sembrava Mannarino. Poca consistenza, più musica che prova a prenderti ma con poco altro.

Luca Mondellini

Redazione
info@legnanonews.com
Noi della redazione di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 02 Febbraio 2022
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Sanremo 2022. Luca Mondellini 4 di 15

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore