‘Il mio prossimo disco? Vista la scarsa attenzione che c'è in Italia per la cultura e la musica, non prima del 2017’.
 E' stato un Fabio Concato ironico ma anche dolcissimo quello che sabato sera si è offerto al pubblico del Castano jazz 2009.  
 Ma, simpatica causticità a parte, il cantautore milanese non ha deluso i suoi fan.
Trent'anni di successi esibiti con la freschezza di un ragazzo e tanta poesia in musica: questa è stata la sorpresa che Concato ha regalato ieri sera all'auditorium «Paccagnini» di Castano Primo durante il suo concerto.  Impeccabile nel suo abito scuro, l'artista milanese ha detto di sentirsi di fronte al teatro pieno come nel salotto di casa propria, «tra amici», e di amare i piccoli contesti, poiché la musica deve arrivare alla gente anche lontano dai clamori della città.   

 Da qui ha avuto inizio uno spettacolo brillante, un itinerario ideale lungo trent'anni, col quale, tra canzoni e autoironia, il cantautore milanese ha emozionato e divertito il pubblico. Ad accompagnarlo quattro musicisti di livello: Ornella D'Urbano al piano e alle tastiere, Larry Tommasini alla chitarra, Stefano Casali al basso e il batterista Gabriele Palazzi, «giovane, bello e abbronzato», come ha detto scherzando Concato alludendo alla politica dei giorni scorsi, lui che nel nostro Paese lamenta un certo disinteresse per la musica, lo spettacolo e la cultura. 
 
 Per tre ore il pubblico ha potuto ascoltare, nei loro nuovi arrangiamenti, le canzoni amate e amatissime che hanno reso famoso Fabio Concato dal 1977 fino ad oggi, come Domenica bestiale, Rosalina, Ti ricordo ancora, Fiore di maggio, e ancora Gigi e Il caffettino caldo e naturalmente 051/222525, la canzone pubblicata nel 1988 che ha segnato l'impegno del cantautore a favore dell'infanzia e di ‘Telefono azzurro’.
                                                         Michela Stifani