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Agenzie per il lavoro e contratti la denuncia di Nidil-Cgi: “Lavoratori sfruttati anche sul nostro territorio”

Il sindacalista Giorgio Ortolani referente della Nidil -Cgil Ticino Olona ci ha spiegato come i lavoratori somministrati in realtà subiscano trattamenti economici peggiori rispetto ai dipendenti diretti, soprattutto per la scarsa trasparenza di aziende e agenzie interinali e la difficoltà di contrattare condizioni migliori

lavoro

In questi giorni d’estate il sindacato Nidil-Cgil è tornato a denunciare che, nonostante il principio di “parità di salario per lavoro di eguale valore” sia sancito dalle leggi, i lavoratori somministrati o a termine sono spesso ignorati negli accordi aziendali su premi e welfare. Ad entrare nel dettaglio è Giorgio Ortolani referente della Nidil -Cgil Ticino Olona che oggi, martedì 15 luglio ci ha spiegato come questi lavoratori in realtà subiscano trattamenti economici peggiori rispetto ai dipendenti diretti, soprattutto per la scarsa trasparenza di aziende e agenzie interinali e la difficoltà di contrattare condizioni migliori. «Eguale salario per lavoro di eguale valore è uno dei principi che sono alla base della Organizzazione Internazionale del Lavoro ed è fatto proprio dalle direttive europee contro la discriminazione, da leggi italiane e a parole il principio è fatto proprio da tutti – precisa il sindacalista – La realtà purtroppo dimostra che non sempre tale principio viene applicato. La cosa vale in special modo per lavoratori a termine, i precari ed i lavoratori somministrati ovvero coloro che vengono assunti da un Agenzia per il Lavoro (Adecco, Gi Group, Manpower, Randstad solo per fare i nomi delle più importanti) e inviati in missione presso un’azienda utilizzatrice». Tirando un bilancio della situazione Ortolani ha segnalato che nel 2023 quasi l’11% degli avviamenti al lavoro in Italia hanno riguardato contratti di somministrazione oltre 1 milione e 400. Si tratta di una media di circa 540 mila somministrati che lavorano ogni giorno nelle aziende italiane 150 mila solo in Lombardia. «Le agenzie per il Lavoro dovrebbero garantire che questi lavoratori abbiano eguale trattamento dei lavoratori dell’azienda dove vengono mandati in missione. Questo almeno dalla nostra esperienza come NIDIL-CGIL (la categoria della CGIL che si occupa dei lavoratori somministrati) spesso non capita. I lavoratori somministrati, siano essi assunti a tempo determinato o a tempo indeterminato dalle Agenzie per il Lavoro, hanno come speranza di mantenere la propria occupazione seppur precaria e di essere e dalle aziende utilizzatrici».

Oggi non è semplice contrattare per migliorare le condizioni di lavoro e gli stipendi dei lavoratori nelle aziende. Ne è certo il sindacalista della Nidil – Cgil: «Dove la contrattazione viene fatta, spesso, il peso e la volontà del datore di lavoro è predominante nella definizione degli accordi aziendali. Sarebbe necessario un maggior impegno del delle strutture sindacali a partire dalle RSU per rivedere gli accordi che istituiscono i premi di produzione/risultato o di welfare che penalizzano i lavoratori somministrati o a tempo determinato – precisa Ortolani -. I premi di produzione sono legati agli obbiettivi produttivi e poi erogati in base alla partecipazione effettiva alla produzione dei lavoratori che concorrono al raggiungimento del risultato. Per questo è assurdo che chi ha contribuito con il proprio lavoro al raggiungimento degli obbiettivi risultato non venga retribuito quantomeno in proporzione al lavoro svolto». Il sindacalista ha poi sottolineato: «Visto che assumere un dipendente in somministrazione costa di più all’utilizzatore che assumerlo come proprio dipendente, a volte si riducono i costi non indicando chiaramente alcuni elementi della retribuzione derivanti accordi nazionali e da accordi integrativi aziendali. E’ noto che diverse aziende specie al nord e nel milanese hanno accordi aziendali di II livello (premi di produzione, maggiorazioni, indennità varie, permessi ecc.) che migliorano i contratti nazionali. Questi accordi aziendali che riguardano in special modo i premi di risultato e del welfare a beneficio dei lavoratori, sono cresciuti negli ultimi anni (anche grazie ad una tassazione favorevole) e sono particolarmente diffusi nelle imprese del nord Italia e della provincia di Milano. Ma i lavoratori a termine o somministrati che entrano in quelle aziende non sempre ne conoscono l’esistenza perché chi ha l’obbligo di informarli non lo fa». Per il sindacalista se la parità di trattamento non viene garantita è anche perché spesso «agenzie e aziende utilizzatrici ne bypassano gli obblighi, a volte ci si trova di fronte ad accordi sindacali firmati nelle aziende che favoriscono differenze stipendiali che non dovrebbero esserci. In pratica sono generalizzati gli accordi sui premi di produzione o welfare che penalizzano i lavoratori precari. Spesso si tratta di accordi vecchi di periodi in cui non c’erano neppure i somministrati e il lavoro a termine era controllato e marginale».

Questa situazione di “ricatto” vede raramente i lavoratori somministrati rivendicare il rispetto di semplici diritti seppur formalmente garantite dalle leggi. Il NIDIL-CGIL Ticino Olona è a disposizione (e-mail nidilticinoolona@cgil.lombardia.it tel. 0331488011) per supportare i lavoratori in somministrazione che dovessero ricontrare irregolarità all’interno delle aziende dove vengono mandati in missione.

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Pubblicato il 15 Luglio 2025
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