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Brumana e Accam: “Se cambia idea, il sindaco di Legnano dovrà giustificarsi in consiglio comunale”

L'annuncio che il primo cittadino legnanese voterebbe a favore del nuovo piano Accam suscita l'irritazione di Franco Brumana, fervente sostenitore della chiusura dell'impianto

Accam Legnano

Gli ultimi sviluppi sul salvataggio di Accam hanno creato una decisa irritazione in Franco Brumana (Movimento dei cittadini), ben noto a Legnano per la sua costante battaglia con obiettivo la chiusura dell’impianto di Borsano.

Vertice su Accam, Cattaneo: “Ottimista per l’assemblea di lunedì. Ci sarà l’economia circolare”

Primo bersaglio di Brumana, l’assessore regionale Cattaneo che ha mostrato ottimismo per la riunione di lunedì in Accam, anche perchè il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, sembra orientato per un voto favorevole al proseguimento dell’attività, dopo un primo voto di astensione.

«Cattaneo – commenta Brumana – ha affermato che il costo della bonifica del terreno dell’ inceneritore si aggirerebbe intorno ai 20 milioni e che se non venisse effettuata vi sarebbero conseguenze penali per i sindaci. Ha così preso in giro i suoi interlocutori perche’ la bonifica compete ad Accam e, se questa società non fosse in grado di provvedere , spetterebbe al proprietario del terreno cioè al comune di Busto Arsizio e non agli altri comuni, che , essendo soci di una società di capitali non sono tenuti a prestazioni ulteriori rispetto al capitale versato. I costi esposti da Cattaneo sono molto superiori a quelli fino ad ora indicati da Accam e dimostrano la gravità dell’inquinamento provocato dall’ inceneritore».

Brumana ne ha anche per il sindaco legnanese: «Se la disponibilità di Radice fosse vera, sarebbe decisiva perché Legnano possiede il 65% del capitale di Amga , che a sua volta controlla Ala , la società che dovrebbe farsi carico le 60% della New.Co , che si accollerebbe gli enormi debiti di Accam. Il sindaco di Legnano dovrebbe inoltre giustificare una simile presa di posizione, che sarebbe in contrasto con la delibera di indirizzo recentemente adottata dal consiglio comunale, che prevede un percorso totalmente diverso».

Infine, il terzo pensiero di Brumana è per il collegio sindacale di Accam, che ha rigettato ai mittenti la richiesta di una indagine amministrativa societaria avanzata dai sindaci “coraggiosi” di Canegrate, Rescaldina, Nerviano e anche Legnano, così da portarlo a questa conclusione: «L’inceneritore va chiuso non solo perché lede la salute dei cittadini e produce perdite economiche, ma anche perché è del tutto inutile in quanto la Lombardia dispone di 13 inceneritori con una capacità di trattare più del doppio dei rifiuti che produce. Il recupero dei materiali e l’aumento della differenziazione dei rifiuti imposti dalla transizione ecologica accentueranno sempre di più il divario tra la capacità di incenerimento e i rifiuti da bruciare». E, tra le righe, a noi appare un ultimo pensiero: non è finita qui…

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Marzo 2021
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