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The Space di Cerro Maggiore chiude per il Dpcm, sindacati: «Il settore dello spettacolo è in ginocchio»

Emanuele Colombo della SLC Cgil Ticino Olona commenta: «la speranza è poter ripartire al più presto, ma i numeri sul contagio non sono affatto rassicuranti»

Cinema The Space Cerro Maggiore

«Teatri e cinema, in generale sono ritenuti tra i luoghi più sicuri. Allora perchè sono sempre i primi a chiudere?». A chiederselo è Emanuele Colombo della SLC Cgil Ticino Olona in occasione della chiusura del multisala The Space di Cerro Maggiore e della mobilitazione a livello nazionale di tutti i lavoratori dello spettacolo. «Questo settore è in ginocchio, la speranza è quella di poter ripartire al più presto, ma i numeri sul contagio non sono affatto rassicuranti. Non crediamo nell’ipotesi di una vera ripartenza dopo il 24 di novembre».

È ormai chiaro che i provvedimenti, per arginare la pandemia, rischiano di compromettere un settore già duramente provato dal primo lockdown di marzo. In questo momento i lavoratori del cinema cerrese si trovano a casa e percepiscono come ammortizzatore sociale il fondo d’integrazione salariale (FIS).  Il dubbio è quello di non poter rientrare al lavoro fino al 2021.

«Noi siamo pronti a riaprire – spiega il sindacalista -. Ma ci vogliono i tempi tecnici per pubblicizzare i film prima dell’uscita, è necessaria una programmazione. Non è possibile continuare ad annunciare chiusure e riaperture senza preavviso». In questo periodo d’incertezza, tra aperture e chiusure imposte dai Dcpm, i cinema hanno sofferto anche per le strategie delle case di distribuzione, che in questo periodo di pandemia «preferiscono rimandare le uscite dei film, oppure scelgono le piattaforme online. Questa modalità ci ha penalizzato a settembre, proprio dopo il boom riscontrato nei primi giorni di agosto quando avevamo riaperto».

La sicurezza nelle sale cinematografiche e nei teatri non manca secondo Colombo: «È mancata piuttosto la fiducia da parte delle istituzioni, visto che siamo sempre i primi a dover chiudere. Senza contare poi che i lavoratori del mondo dello spettacolo sono anche quelli con meno tutele. Nel mese di marzo, anche come sindacati, avevamo segnalato l’impossibilità di poter lavorare in sicurezza. Oggi, quando cio possiamo garantire luoghi sicuri nel rispetto delle regole anti contagio, ci troviamo bloccati. Sarà un fine anno difficile, la speranza è quella che ci vengano rinnovati gli ammortizzatori sociali sino a che non si potrà rimettere in moto tuta la macchina dello spettacolo».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Novembre 2020
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