NELLA “RETE” DELLA FINANZA UN PESCIVENDOLO EVASORE
Un pescivendolo è stato scoperto dai finanzieri della Compagnia di Rho, durante un monitoraggio effettuato con l’ausilio delle banche dati dell’Anagrafe Tributaria

“Ecco la busta con il pesce, signora. Lo scontrino fiscale è all’interno casomai dovesse incontrare la Finanza”.
Agli occhi dei numerosi clienti, il gestore della pescheria teneva un comportamento esemplare, quello che normalmente consente di evitare anche chiacchiere di strada che possono arrivare all’orecchio attento della Finanza.
La consegna del pesce, infatti era sempre accompagnata dallo scontrino fiscale; lo documentano alcuni controlli effettuati dalle fiamme gialle all’esterno dell’esercizio. Dunque tutto in regola con le norme fiscali. Niente affatto.
I finanzieri della Compagnia di Rho, durante un monitoraggio effettuato con l’ausilio delle banche dati dell’Anagrafe Tributaria, di quelli di routine che vengono fatti per aggiornare gli archivi, si sono accorti che l’abile pescivendolo non aveva mai presentato la dichiarazione dei redditi e neppure quella dell’iva e dell’irap.
La sollecitudine nell’emettere lo scontrino fiscale era dunque di facciata; un maldestro espediente attraverso il quale, a torto, pensava di trarre in inganno i Finanzieri di Rho. Forse pensava che l’attività della Guardia di Finanza si esaurisse con una stretta di mano dopo un controllo che aveva permesso di constatare che lo scontrino era stato regolarmente emesso.
Così a rimanere impigliato nella rete, stavolta quella del fisco, è stato proprio il pescivendolo di Novate Milanese. La verifica fiscale appena conclusa, ha evidenziato che dal 2007 il commerciante ha omesso di dichiarare al fisco ricavi per oltre 700 mila euro e di versare all’erario Iva per 80 mila euro (somma che i clienti con il pagamento del corrispettivo, certi dell’onestà del commerciante, gli avevano affidato per consegnarla allo Stato. Già perché l’Iva la paga il consumatore finale).
Ma non è tutto; l’imprenditore oltre ad evadere le imposte, ha fatto di più. Grazie alla sua dichiarata condizione di indigenza ha richiesto ed ottenuto l’assegnazione di una casa popolare Aler a Milano a canone agevolato, probabilmente sottraendola a chi ne aveva più bisogno. In merito saranno sviluppati ulteriori accertamenti per verificare: da un canto la sussistenza del diritto a mantenere l’alloggio; dall’altro la congruità del canone di affitto corrisposto fino ad oggi.
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