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Processo Fratus, la difesa Cozzi chiede l’assoluzione per l’ex vicescindaco

Per la difesa di Cozzi, le procedure contestate non erano gare - Attesa per il 20 aprile la decisione del giudice

Battute finali per il processo che vede imputati a vario titolo l'ex sindaco Gianbattista Fratus, il suo vice Maurizio Cozzi e l'ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini per turbativa di gara davanti al Tribunale di Busto Arsizio. Con l'arringa (a porte chiuse) di oggi, venerdì 3 aprile, della difesa dell'ex numero due di Palazzo Malinverni, infatti, si è chiuso il cerchio delle richieste finali ed ora bisognerà aspettare il 20 aprile per la decisione del giudice.

«Come difensore di Maurizio Cozzi – spiega Cesare Cicorella, legale che assiste l'ex vicesindaco –, ho chiesto l'assoluzione da tutte le imputazioni, per non aver commesso il fatto, perchè il fatto non sussiste o non costituisce reato: la turbativa può esserci solo se esiste una gara. Il tema del processo è stato proprio quello di accertare se le procedure contestate fossero gare, e con il nostro consulente abbiamo dimostrato che queste procedure non ne avevano le caratteristiche». Il concetto di gara, infatti, implica «una pluralità di persone che sanno di essere in concorso tra loro – continua Cicorella –, per le quali viene elaborata dal bando una procedura di selezione, con una commissione giudicatrice che al termine dovrà stendere una graduatoria. Se questi elementi non ci sono, si tratta solo di valutare curricula e sottoporli a chi dovrà procedere alla nomina». 

[pubblicita]A sostegno della propria tesi, accanto alla consulenza (che, sottolinea Cicorella, la Procura invece non ha portato in aula) e alla giurisprudenza civile e amministrativa, la difesa di Cozzi ha portato anche «la richiesta di archiviazione della Procura di Milano nei confronti del governatore lombardo Attilio Fontana, accolta dal giudice. La vicenda ha gli stessi contenuti di quella di cui si sta occupando il Tribunale di Busto, e i pubblici ministeri di Milano hanno argomentato negli stessi termini in cui l'abbiamo fatto noi».

«Gli Imputati, ed è un dato inconfutabile alla luce delle intercettazioni, agivano peraltro solo al fine di individuare persone che fossero all'altezza del compito che avrebbe dovuto essere loro affidato – conclude Cicorella –: da parte loro non c'era nessun interesse patrimoniale o economico e non c'erano neppure indicazione di natura politica o partitica». 

Anche la difesa di Gianbattista Fratus e quella di Chiara Lazzarini avevano chiesto l'assoluzione, mentre la Procura, al termine di una requisitoria fiume durata quasi otto ore, aveva chiesto tre anni e sei mesi di carcere per Fratus e Cozzi e tre anni per Lazzarini, oltre a 900 euro di multa e all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per tutti gli imputati. Il Comune di Legnano, invece, che si è costituito parte civile, ha chiesto la condanna dei tre ex amministratori e il risarcimento del danno, come Amga ed Euro.PA.

Tre le procedure inizialmente contestate a Fratus, Cozzi e Lazzarini, che secondo la tesi degli inquirenti avrebbero portato a nomine "pilotate": il conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA (che vedrebbe coinvolto il solo Maurizio Cozzi), la selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e la nomina del direttore generale della partecipata di via per Busto Arsizio. A queste si è poi aggiunta, in corso di dibattimento, la contestazione dell'incarico a Flavio Arensi come direttore artistico del Comune. Il solo primo cittadino, inoltre, è chiamato a rispondere di corruzione elettorale per un accordo che avrebbe stretto in sede di ballottaggio: Fratus avrebbe barattato l'appoggio di Luciano Guidi, a sua volta candidato come sindaco al primo turno delle elezioni amministrative, con una nomina in una municipalizzata per sua figlia.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 03 Aprile 2020
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