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Processo Fratus, parla Cozzi: «Mai raccomandato nessuno»

L'avvocato Maurizio Cozzi, ex vicesindaco del Comune di Legnano, si è difeso così nell'esame del Pubblico Ministero Nadia Calcaterra nel processo Piazza Pulita in corso al Tribunale di Busto Arsizio.

«Non ho mai raccomandato nessuno». L'avvocato Maurizio Cozzi, ex vicesindaco del Comune di Legnano, si è difeso così nell'esame del Pubblico Ministero Nadia Calcaterra nel processo Piazza Pulita in corso al Tribunale di Busto Arsizio.

Il riferimento è relativo alla nomina (mai avvenuta) del commercialista della partecipata comunale, Euro.Pa che l'accusa ritiene sia stata manipolata dall'imputato per permettere a un suo amico di assumere questo ruolo. L'amico è Gabrele Abba, professionista che non aveva però i requisiti per partecipare al bando in uscita a lui segnalato dallo stesso Cozzi.

[pubblicita] «Abba mi segnalò che nel bando c’erano caratteristiche troppo restrittive, non solo perché non le possedeva lui ma perchè impedivano la partecipazione al bando in generale: io lo segnalai a mia volta al direttore di Euro.Pa Mirko Di Matteo che ritenne corretto apportare alcune rettifiche. Queste rettifiche non sono state apportate per Abba, che comunque aveva rinunciato a partecipare al bando, ma perché giuste. Io non ho raccomandato nessuno». Cozzi ha spiegato anche la definizione di "cagasotto" da lui rivolta ad Abba: «Lui è un tipo precisino e non rischia facendo qualcosa di più di quello che fa. E ha saputo capire che è quella era una battuta».

L'ex sindaco si è difeso anche sulla nomina del direttore organizzativo del Comune che secondo l'accusa sarebbe stata manipolata da Cozzi, Lazzarini e Fratus. Anche in questo caso ha spiegato di non avere scelto alcun candidato perchè la scelta finale spettava al sindaco. « Ci siamo dati da fare per cercare più persone possibili capaci e preparate per questo incarico. Io mi sono limitato ad incontrare l'ex direttore organizzativo Enrico Barbarese su indicazione del sindaco, la prima volta per capire se era idoneo a partecipare alla selezione, senza promesse, e la seconda per il colloquio». Cozzi ha messo poi in evidenza l'urgenza di trovare questa figura entro il 31 dicembre 2018 per meri motivi di bilancio, per questo, ha spiegato che la durata della pubblicazione del bando fu minore dei canonici 30 giorni. «Prima della pubblicazione – ha spiegato sempre Cozzi – tenemmo tutto secretato per evitare che i dipendemti non tenessero più in considerazione il direttore uscente che doveva completare la pianta organica del Comune». 

Il Pm ha però fatto notare diverse discrepanze tra le deposizioni rilasciate durante gli interrogatori e le risposte all'esame di oggi. Discrepanze che Cozzi ha giustificando spiegando che dopo l'arresto e i primi giorni di carcere non era lucido: «Non dormivo e non mangiavo da 4 giorni e in carcere non mi facevano nemmeno mettere gli occhiali per leggere i documenti sottoposti. Oggi sono in grado di rispondere con lucidità».

Queste incongruenze sono state evidenziate dal Pm anche per il capo d'imputazione relativo alla nomina del direttore generale di Amga. In particolare sugli incontri con i possibili candidati avvenuti anche prima della pubblicazione del bando. Sia Cozzi che Lazzarini (la quale nella giornata di oggi ha concluso il suo esame), hanno spiegato che c'era l'intenzione di introdurre la figura di un amministratore delegato che avrebbe portato un risparmio per la società ed è per questa possibile figura sostitutiva del direttore generale che avvenivano questi incontri: «Io non sono mai intervenuto e non ho mai ricevuto il bando».

(valeria arini e gea somazzi)

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Gennaio 2020
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