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“A…per non dimenticare” trova “casa” alla contrada S.Erasmo

L'associazione che assiste i malati di Alzheimer svolgerà le sue attività negli spazi della contrada di via Canazza

"A…per non dimenticare" ha trovato "casa" al Maniero S.Erasmo perché, come ricorda il capitano Matteo Garegnani, «il sociale fa parte del Palio». È stata ufficializzata oggi, sabato 28 settembre, l'alleanza tra l'associazione per i malati di Alzheimer e la contrada di via Canazza.

Una collaborazione significativa per la reggenza biancoazzurra, presente al completo all'incontro con Laura Viganò Colombo presidente dell'associazione. «Siamo orgogliosi e onorati di ospitarvi qui – così il capitano Garegnani -. Quest'iniziativa conferma la vivacità della contrada attenta al territorio. Non ci fermiamo mai: stasera accoglieremo il gruppo di studenti provenienti dall'Argentina ospiti al Liceo Galilei e a ottobre avvieremo un attività con le scuole della Canazza. La contrada dovrà essere sempre viva e aperta alla città». [pubblicita] 

A suggellare la nuova alleanza anche la neuro geriatra Carla Pettenati che da anni segue le attività dell'associazione. Presente anche la dott.ssa Gabriella Monolo direttore Socio Sanitario dell'Asst Ovest Milanese e Anna Poretti segretario generale della Fondazione Ticino Olona.

«Quando ci siamo trovati senza una "casa", viste le richieste avanzate dalla Fondazione S.Erasmo, la contrada ci ha aperto le porte – afferma con emozione Laura Viganò -. È un gesto che mi ha particolarmente emozionata, forse perché la mia famiglia fa parte della stessa contrada».

Le attività dell'associazione, in questi giorni, sono già state avviate: «Abbiamo potuto constatare che in questi luminosi e ampi spazi, i nostri pazienti si sentono a loro agio – spiega Viganò -. Nella nostra nuova casa svolgeremo tutte le attività a partire dall'Alzheimer Cafè con attività ludico e motori alla presenza di specialisti e famigliari. Poi la stimolazione cognitiva: incontri bisettimanali rivolti a pazienti in fase lieve e moderata che prevedono un'ora con la psicologa e un'altra di arteterapia o musicoterapia. E infine per i famigliari del malato ci sono i gruppi di auto-mutuo-aiuto, una volta al mese, seguiti da uno psicologo. In tanti bussano alla nostra porta per avere un sostegno e noi cerchiamo di dare risposte a tutti».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Settembre 2019
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