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25 Aprile 2019: il discorso del presidente Anpi, Primo Minelli

L'intervento integrale del presidente dei partigiani legnanesi

Settantaquattro anni fa avveniva la Liberazione dal nazi-fascismo e finiva la seconda guerra mondiale, scatenata da un regime autoritario, con un prezzo impressionante di morti e distruzioni pagato dagli Italiani e sopratutto dai ceti sociali più deboli e disagiati.

In quel 25 aprile del 1945 a Legnano entrò un corteo, organizzato dalle donne Partigiane e dalle staffette, che annunciavano la Liberazione.

Finiva così un  incubo iniziato nel 1919 a Milano in Piazza San Sepolcro con la nascita dei fasci da combattimento, che sarebbero successivamente divenuti il famigerato partito nazionale fascista che avrebbe cambiato il volto dell’Italia e dell’Europa.

Due anni dopo infatti, un pugno di squadristi  violenti, avrebbero organizzato la marcia su Roma, lastricata da violenze inaudite contro i democratici e gli antifascisti che si opponevano: bastonature e olio di ricino, assalti e chiusure delle Camere del Lavoro, delle libere associazioni e dei Partiti, assalto e distruzione del giornale Avanti e bavaglio agli altri giornali, chiusura del Parlamento.

Quel pugno di uomini violenti con oltre  tremila aggressioni si impadronirono dell’Italia, complice casa Savoia e  l’opportunismo di tanti: il fascismo trionfò.

[pubblicita]      Nacque così la dittatura che avrebbe dominato l’Italia per vent’anni.

Il 13 luglio 1922 a Legnano cadeva ucciso dai fascisti il socialista e sindacalista Giovanni Novara aggredito in via xxix maggio dove oggi una lapide lo ricorda.

Con l’instaurazione dei tribunali speciali iniziò una feroce repressione. Due nostri concittadini Carlo e Mauro Venegoni furono condannati a lunghi anni di carcere e portati al confino.

Altri antifascisti fecero una fine peggiore: furono uccisi. Don Giovanni Minzoni parroco di Argenta, on.Giacomo Matteotti Socialista, i fratelli Rosselli di “Giustizia e Libertà”, Antoni Gramsci segretario del Partito Comunista Italiano (lasciato morire in carcere).

Vi era l’obbligo di iscriversi al partito fascista; chi non obbediva all’ordine veniva immediatamente licenziato, in particolare nell’amministrazione pubblica e nella scuola.

Iniziava cosi una campagna ideologica, a partire dalle scuole, per consolidare il regime e per preparare l’Italia alla guerra. Guerra che iniziò con l’aggressione alla Spagna.

Tutto questo è stato il fascismo prima dell’emanazione delle famigerate leggi razziali  e prima della seconda guerra mondiale.                                                        

Il Presidente Sergio Mattarella ha ragione quando dice che nel fascismo non c’è nulla di buono da rimpiangere.                                                

Conoscere la nostra storia è l’antidoto affinché un passato grave non ritorni, magari sotto forme diverse, ma con lo stesso spirito autoritario. Certamente non tornerà sotto le forme che i nostri padri hanno conosciuto, ma alcune parole che sentiamo oggi assomigliano troppo a quelle sentite allora.

Lo sdoganamento senza vergogna del razzismo, dell’odio politico-sociale sta corrodendo la nostra società e la stessa convivenza civile. Tutto ciò nell’indifferenza di tanti, che tanto male ha fatto in un passato nemmeno troppo lontano.

Fa male vedere e ascoltare alcuni gruppi estremisti come forza nuova, Casa poud o Lealtà e azione che inneggiano al fascismo del nuovo millennio ostentando il saluto romano nella totale noncuranza e con la libertà di agire indisturbati, violando la Costituzione antifascista e la legge Mancino e Scelba che fa divieto alla ricostituzione del partito fascista. Addirittura alcune di queste formazioni negano l’esistenza dell’olocausto. Fa male vedere che queste formazioni godono di protezioni politiche importanti.

Occorre ricordare che la nostra Costituzione nata dalla Resistenza non è afascista, cioè neutrale , ma, come affermò Aldo Moro in sede Costituente, essa doveva essere ed è profondamente antifascista. L’antifascismo infatti non è solo della sinistra, seppur essa svolse un ruolo determinante, ma è di tutti quelli che si riconoscono nella Costituzione.

Ecco perché il 25 aprile è una giornata di tutti dove la libertà vinse sulla dittatura, la pace vinse sulla guerra.

Per queste ragioni chiediamo che le formazioni politiche che si richiamano a quel triste passato debbono essere sciolte.

Nella giornata della Liberazione lanciamo  un appello alla politica democratica: aiutate le Associazioni Partigiane a far conoscere la nostra storia nelle scuole, per capire cosa fu il ventennio fascista. Combattendo così chi vuole riscrivere la storia.

[pubblicita]        Il prossimo mese, in collaborazione con l’Amministrazione comunale porteremo un gruppo di ragazzi/e a visitare il campo di sterminio di Auschwtz per far vedere cosa fu il nazi-fascismo e le loro leggi razziali per far conoscere cosa fu l’apice delle intolleranze e dell’odio.

Questo per combattere il clima velenoso  di odio politico, razziale, religioso e le cattiverie inutili che stiamo  respirando che si esprimono attraverso un bullismo parolaio, che rischia di assomigliare a quello di quei periodi dove la pietà fu perduta.

Spetta a noi sinceri democratici fare argine utilizzando la conoscenza della storia e la cultura democratica , facendo ritornare la politica alla nobiltà e alla cultura.

Per combattere questi pericoli occorre una piena applicazione della Costituzione a partire dai problemi legati alla mancanza di lavoro e della sua dignità, i problemi legati ai processi migratori, senza paure, senza discriminazioni, senza cattiverie inutili, ritrovando un’umanità che rischiamo di perdere. Le nostre difficoltà non possono essere scaricate sui più deboli o sugli ultimi nella scala sociale.

Il 25 aprile sia giornata di festa come lo fu nel 1945, sia giornata di memoria sui valori della Resistenza, per impedire che il male assoluto possa ritornare.

Il 25 aprile sia un ricordo per tutti noi del manifesto scritto a Ventotene dagli  esiliati dal fascismo, che dopo il disastro della seconda guerra mondiale immaginarono un’Europa unita senza muri e più solidale.

Il 25 aprile sia il momento di ricostruzione e partecipazione alla vita politica e sociale.

A nome di tutti coloro che contribuirono alla lotta di Liberazione oggi scopriremo un cippo al cimitero dove riposano i Partigiani Legnanesi intitolati a Arno Covini, Guido Venegoni, Ugo Pagani.

A loro, alle tante donne, a Giuseppina Marcora per cui abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di riconoscere la cittadinanza onorifica, alla nostra legnanese Piera Pattano, agli operai legnanesi, in particolare quelli della Tosi e della Comerio, agli uomini dell’Esercito che dopo l’8 settembre  hanno combattuto e contribuito alla nostra libertà, un riconoscimento eterno e siano onorati per gli ideali per cui combatterono.                                        

W il 25 Aprile!

Primo Minelli, presidente Anpi Legnano

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2019
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