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Impianto Forsu, comitati e ambientalisti in Città Metropolitana

Comitati di quartiere e associazioni ambientaliste contrarie alla costruzione dell'impianto Forsu di via Novara hanno esposto Pietro Mezzi le problematiche relative all’impianto 

Lunedì 14 gennaio comitati di quartiere e associazioni ambientaliste contrarie alla costruzione dell'impianto Forsu in via Novara hanno incontrato a Palazzo Isimbardi Pietro Mezzi, delegato all’ambiente di Città Metropolitana.

Erano presenti all’incontro, tra gli altri, Antonio Tola, l’ex deputato Stefano Apuzzo per Laboratorio Ambiente e Gaia Onlus, l’avvocato Annarosa Corselli dello studio Scrosati-Corselli, che ha seguito il primo ricorso al TAR dei comitati.

A Pietro Mezzi ambientalisti e comitati hanno esposto «tutte le problematiche relative all’impianto che AMGA e comune di Legnano intendono realizzare nell’area agricola di via Novara, a ridosso delle abitazioni e poco distante dall’ospedale».

Tra le criticità più rilevanti esposte dalla delegazione, «l’aumento del traffico veicolare su una strada di ridotte dimensioni, già molto trafficata e teatro di troppi incidenti mortali ogni anno, l’impatto odorigeno su tutta l’area».

«L’impianto è qualificato come "industria insalubre di prima categoria" a causa del rischio di esplosioni e, quindi, il suo insediamento nei pressi di abitazioni e di un ospedale sarebbe anomalo – spiega la delegazione che ha partecipato all'incontro –. La legislazione nazionale, regionale e i pronunciamenti dell’AGCOM, ribadiscono che la frazione di rifiuti proveniente da raccolta differenziata, come la FORSU (l’umido), deve essere posta con gara di evidenza pubblica al libero mercato e non può essere gestita in privativa dalla pubblica amministrazione. Mentre il costo di smaltimento della FORSU è destinato a scendere sempre più nei prossimi anni, AMGA, comune di Legnano e altri comuni del comprensorio si impegnano a conferire al futuro impianto l’umido per 20 anni allo stesso prezzo iniziale». 

«Si sono già spesi 5 milioni e mezzo di euro e si intende spendere 120 milioni per un impianto inutile, quando oggi Legnano conferisce la propria FORSU ad un impianto nella bergamasca ad uno dei prezzi più bassi che si trovano sul mercato – dichiarano Tola e Apuzzo –. Tutto ciò perché vi sono gli incentivi del Governo sulla produzione di biometano. Ma, tra non molto tali incentivi termineranno e dobbiamo chiederci che fine faranno tutti gli impianti nati per speculazione e puro business che non hanno una propria sostenibilità economica».

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Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Gennaio 2019
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