Società Arte e Storia a casa Manzoni
La visita preceduta da una conferenza del prof. Gianni Vacchelli...
Il personaggio di Manzoni fa affiorare alla mente tanti ricordi di scuola: Ei fu. Siccome immobile… Quel ramo del lago di Como… Sparsa le trecce morbide… e tanto altro ancora.
La Società Arte e Storia, che per propria “mission” è impegnata nella diffusione della conoscenza di quanto costituisce il patrimonio storico e artistico locale, ha promosso un incontro con il Grande Lombardo.
Anche se con qualche giorno di ritardo, vale la pena rievocare i due i momenti in cui si è articolata l’iniziativa.
Venerdì 18 novembre è stata proposta la conferenza “Manzoni : la rivoluzione del romanzo e il potere dell’immaginazione” tenuta da Gianni Vacchelli, docente, saggista e scrittore, già noto ai legnanesi che si interessano di letteratura.
Come ha osservato, un po’ provocatoriamente, il Prof. Vacchelli, bisogna superare certi stereotipi scolastici che tendono a ridurre il Manzoni a “romanziere della Provvidenza” e uomo dalla fede incrollabile.
Il grande scrittore non è stato un uomo semplice e ingenuamente ottimista: un’infanzia difficile, lontana dagli affetti familiari hanno indubbiamente lasciato dei segni sulla sua psiche. Tuttavia il suo cammino spirituale rivela una grandezza e un’umanità non comuni. Seguendo l’esempio di Dante e Leopardi ha rivolto la sua attenzione alla ricerca filosofica, ma soprattutto si è lasciato attrarre dalla storia. Da tale formazione nasce la sua straordinaria riflessione politica sull’ingiustizia e sul male etico che pervade tanto la sua prosa, quanto la poesia. Gli studi storici e filosofici uniti alla eccezionale capacità creativa dello scrittore – ahinoi durata solo pochi anni! – hanno partorito quel grandioso romanzo che è “I Promessi Sposi”.
Ricorda il relatore che a Manzoni deve essere riconosciuto il merito di fondatore del romanzo in Italia e rifondatore della lingua nazionale.
Dall’appassionata conversazione di Vacchelli emerge un ritratto d’uomo un po’ diverso dal compassato Manzoni delle più note raffigurazioni – ricordiamo il quadro di Hayez o il ritratto delle vecchie banconote da centomila lire – ; ha delineato una personalità con qualche nevrosi, che ha saputo tuttavia domare, con passioni ed interessi che hanno indirizzato i suoi studi, la sua attività, il suo impegno civile e politico.
La visita alla Casa Manzoni, nel primo pomeriggio di sabato 19, ha permesso di scoprire un Alessandro Manzoni privato, di osservarlo nell’intimità. La dottoressa Riva, del Centro nazionale di studi manzoniani, con una piacevole e dotta narrazione che ha ripercorso l’intera vita del personaggio, lo ha evocato e presentato nei diversi momenti della sua lunga esistenza.
Attraversare con la Dottoressa Riva, gli ambienti in cui il Manzoni, ormai adulto, ha trascorso la sua vita familiare è stato un incontro emozionante.
Nella sobria eleganza di ambienti dotati di comodità – quelle che all’epoca si potevano ottenere – numerosi quadri, cimeli e pochi elementi di arredo ancora conservato, i visitatori hanno potuto immaginare il giovane Alessandro che, dopo una fanciullezza e una prima giovinezza travagliate, ritrova un certo equilibrio.
Ecco allora apparire il marito e padre affettuoso che osserva la giovane moglie e i figli vocianti intenti al gioco, oppure seduto attorno alla tavola nella sala da pranzo con la numerosa famiglia; ma anche figlio devoto che conversa con la madre nel salotto. Nello studio isolato e affacciato su un ameno giardino lo scrittore e poeta ricerca invece quella tranquillità necessaria per attendere ai propri studi e dare libero sfogo ad una prolifica creatività.
Maria Teresa Padoan
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